I Santi de Al Barnardon dal 18 al 24 Settembre

I Santi de Al Barnardon dal 18 al 24 Settembre

15 Settembre 2017 0

18  settembre

Figlia del conte di Alsazia, s. Riccarda sposò verso l’862 Carlo il Grosso, figlio di Lodovico il Germanico; da principessa divenne grande benefattrice di vari monasteri in Germania, Svizzera e Italia e verso l’880 fondò nelle sue proprietà l’abbazia di Andlau nel Basso Reno. Nell’881 si recò, insieme al marito a Roma dal papa Giovanni VIII per ricevere la corona imperiale e per porre la nuova abbazia sotto la protezione pontificia. Il nuovo imperatore del Sacro Romano Impero prese il nome di Carlo III il Grosso, succedendo a suo padre e a due fratelli e si trovò a governare un territorio quasi uguale a quello di Carlo Magno, purtroppo non con le stesse capacità di governo; non riuscì ad arginare efficacemente le incursioni dei Normanni e venne combattuto dai feudatari, pertanto nella Dieta di Tribur dell’887 fu deposto, trasferitosi in Svevia a Neidingen sul Danubio, vi morì dopo pochi mesi. L’imperatrice Riccarda già angosciata per la disgrazia e la morte del marito, fu accusata ingiustamente di adulterio con un cancelliere–vescovo, le false accuse si dimostrarono subito infondate, ma Riccarda amareggiata decise di ritirarsi nel monastero di Andlau da lei fondato e retto dalla badessa Rotruda sua nipote. Visse i suoi ultimi anni in preghiera e opere pie e morì il 18 settembre dell’894 circa. Secondo una leggenda per dimostrare la sua innocenza avrebbe superata l’ordalia del fuoco per cui viene invocata come protettrice contro il fuoco. Il suo corpo fu sepolto nella stessa abbazia, fino al 1049 quando il papa Leone IX lo fece trasferire nella chiesa abbaziale da lui stesso consacrata. Nel 1350 le fu eretto un monumento sepolcrale che è ancora oggi meta di pellegrinaggi.

19  settembre

Gennaro era nato a Napoli (?), nella seconda metà del III secolo, e fu eletto vescovo di Benevento, dove svolse il suo apostolato, amato dalla comunità cristiana e rispettato anche dai pagani. Nel contesto delle persecuzioni di Diocleziano si inserisce la storia del suo martirio. Egli conosceva il diacono Sosso (o Sossio) che guidava la comunità cristiana di Miseno e che fu incarcerato dal giudice Dragonio, proconsole della Campania. Gennaro saputo dell’arresto di Sosso, volle recarsi insieme a due compagni, Festo e Desiderio a portargli il suo conforto in carcere. Dragonio informato della sua presenza e intromissione, fece arrestare anche loro tre, provocando le proteste di Procolo, diacono di Pozzuoli e di due fedeli cristiani della stessa città, Eutiche ed Acuzio. Anche questi tre furono arrestati e condannati insieme agli altri a morire nell’anfiteatro, ancora oggi esistente, per essere sbranati dagli orsi. Ma durante i preparativi il proconsole Dragonio, si accorse che il popolo dimostrava simpatia verso i prigionieri e quindi prevedendo disordini durante i cosiddetti giochi, cambiò decisione e il 19 settembre del 305 fece decapitare i prigionieri.

20  settembre

Glicerio fu discepolo di Martiniano Osio, suo predecessore alla cattedra milanese, divenne dapprima diacono a Milano e poi, malgrado la sua nomina ad arcivescovo, svolse anche incarichi diplomatici, conferitigli dall’Imperatore, ad Antiochia di Siria, nell’odierna Turchia in quanto la sua epigrafe parla di missioni da lui svolte nell’Africa proconsolare. Ebbe la tomba nella chiesa ambrosiana di San Nazario, e dal silenzio della storia emerge soltanto il ricordo della sua santità. Glicerio morì nel 438, dopo sette anni di episcopato. La Chiesa cattolica lo festeggia il 20 settembre.

21  settembre

Matteo, chiamato anche Levi, viveva a Cafarnao ed era pubblicano, cioè esattore delle tasse. Seguì Gesù con grande entusiasmo, come ricorda San Luca, liberandosi dei beni terreni. Ed è Matteo che nel suo vangelo riporta le parole Gesù:”Quando tu dai elemosina, non deve sapere la tua sinistra quello che fa la destra, affinché la tua elemosina rimanga nel segreto… “. Dopo la Pentecoste egli scrisse il suo vangelo, rivolto agli Ebrei, per supplire, come dice Eusebio, alla sua assenza quando si recò presso altre genti. Il suo vangelo vuole prima di tutto dimostrare che Gesù è il Messia che realizza le promesse dell’ Antico Testamento, ed è caratterizzato da cinque importanti discorsi di Gesù sul regno di Dio. Probabilmente la sua morte fu naturale, anche se fonti poco attendibili lo vogliono martire di Etiopia.

22  settembre

La santa francese Maura di Troyes era di famiglia nobile. Religiosissima fin da piccola, convinse il padre ad approfondire la vita di fede sotto la guida del vescovo Prudenzio. Il fratello si era fatto prete e lei ereditò una cospicua fortuna che spese per i poveri e per la Chiesa. Maura morì a soli 23 anni intorno all’850.

23  settembre

Francesco Forgione nasce a Pietrelcina, provincia di Benevento, il 25 maggio 1887. Il 22 gennaio 1903, a sedici anni, entra in convento e da francescano cappuccino prende il nome di fra Pio da Pietrelcina. Diventa sacerdote sette anni dopo, il 10 agosto 1910. Nel 1916 i superiori pensano di trasferirlo a San Giovanni Rotondo, sul Gargano, e qui, nel convento di S. Maria delle Grazie, ha inizio per Padre Pio una straordinaria avventura di taumaturgo e apostolo del confessionale. Il 20 settembre 1918 il cappuccino riceve le stimmate della Passione di Cristo che resteranno aperte, dolorose e sanguinanti per ben cinquant’anni. Muore il 23 settembre 1968, a 81 anni. Dichiarato venerabile nel 1997 e beatificato nel 1999, è canonizzato nel 2002.

24  settembre

Beato Pietro Acotanto, proveniente da una famiglia del patriziato veneziano, lasciò le sue ricchezze ai poveri per concludere la sua vita in miseria. Fu sepolto nella chiesa di San Basilio. Assai venerato fin da principio, la sua fama crebbe quando il suo corpo fu riesumato, scoprendolo avvolto in un cilicio (1250). Nel 1305 la salma fu trasferita in un’altra tomba del limitrofo cimitero e, nel 1340, veniva definitivamente traslata all’interno della chiesa, sopra l’altare del Crocifisso. Riconosciuto come taumaturgo, fu dichiarato beato con i decreti dell’8 agosto 1759 e del 13 novembre 1760. Nel 1810 le reliquie passarono a San Sebastiano, ma, dal 1821, riposano a San Trovaso. Il culto per il beato Pietro è ancora vivo a Venezia: a lui sono intitolate una Compagnia e una scuola per falegnami. E’ compatrono di Venezia.

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