Dopo gli anni 90 – Scuole elementari

Dopo gli anni 90 – Scuole elementari

3 Novembre 2021 0

Nel 1999 viene reso operativo il “Regolamento recante norme in ma­teria di Autonomia delle Istituzioni Scolastiche” (D.RR. 275/99), che pone le basi per l’autonomia nelle scuole attraverso la redazione del Piano dell offerta formativa (P.O.F.). Vengono riconosciute agli Istituti Scolastici, previo dimensionamento, l’autonomia didattica ed organizzativa, di ricerca, sperimentazione e sviluppo per garantire il successo formativo degli alunni. Si promuove l’istituzione di reti di scuole e di accordi di programma che possono essere condivisi con gli Enti Locali.

Nel 2003 viene proposta dal Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Letizia Moratti una radicale riforma del sistema scolastico (legge 53),che introduce la possibilità di usufruire dell’anticipo. È la “Scuola delle tre I”: inglese, informatica, impresa. Vengono definite anche le “Indicazioni nazionali per i piani personalizzati delle attività educative”.

Abolizione dei moduli (Riforma Gelmini/2008). L’orario scolastico per il tempo breve viene ricondotto a 24 ore settimanali, anche se si possono attuare tempi-scuola più lunghi a 27 e 30 ore. Rimane la possibilità di sce­gliere il tempo pieno.

Nella valutazione viene introdotto il voto con corrispondenza, cioè accom­pagnato da un giudizio esplicativo.

Al Barnardon del 1975

Come riporta “Al Barnardon” del 1975, gli alunni della scuola vengono spostati su varie sedi per poter ristrutturare l’edificio su progetto dell’architetto Roli e dell’ing. Maffei.

Nel 1975 è ristrutturata l’ala ovest e nel 1980 l’ala est. Viene modificato il sotterraneo con la costruzione delle palestre e di un ambulatorio. Cambiano gli ingressi e vengono tolte le scale esterne. Le aule diventano più numerose, ma più piccole. Alcune di esse sono adibite a laboratori. La parte centrale del secondo pia­no è occupata dalla Biblioteca. Vengono cambiati i pavimenti, gli infissi, i servizi e l’illuminazione per rendere la scuola più moderna e funzionale. Alla fine degli anni Novanta la scuola viene tinteggiata all’esterno.

Dai ricordi di Riccardo Sala: “Inizialmente le scuole non avevano un bell’aspet­to, anzi erano proprio brutte, tutte grigie. Già un bambino non è che vada a scuola molto volentieri, se poi ci aggiungi il fatto che la scuola sembrava una “fabbrica per le punizioni”, allora la frittata era fatta! Poi, però, vennero completamente colorate di rosso e giallo, scelta azzeccata, apprezzata da tutti noi scolari di quegli anni”.

La scuola, per rispondere ai velocissimi cambiamenti che hanno investito la società, ha percorso strade innovative in diverse direzioni.

Foto laboratorio di informatica con LIM

Negli anni Novanta, si è dotata di un laboratorio di informatica arricchito negli ultimi anni con l’acquisto di lavagne multimediali e di nuovi computer collo­cati nelle classi (per fortuna si è potuto contare su sponsor sensibili e generosi!). Giu­lia Voza ricorda: “Entrare nel laboratorio di informatica mi faceva sentire ”,tecnologica”

“... Allora pochi avevano il computer in casa, io ero tra questi, e usare mouse, programmi, dischetti era molto emozionante… C’era una maestra apposta, che ci aspettava davanti alla porta del laboratorio e ci accoglieva sorridendo. Ci disponevamo in due ogni mac­china, a volte in tre, perché non sempre i computer funzionavano e, un po’per ciascuno, eseguivamo attività di matematica, italiano, storia… Il tempo passava in fretta e così aspettavamo con ansia la settimana successiva per poter ritornare… Era un modo nuovo e divertente per imparare… ”.

Vengono proposte attività di lingua inglese per permettere agli alunni di migliorare il proprio approccio ad una lingua straniera e avviarli, attraverso lo stru­mento linguistico, alla comprensione di altre culture e di altri popoli. “A scuola facevo inglese… ho cominciato in terza: era la prima volta che mi avvicinavo ad una lingua straniera… mi sentivo già grande. La mamma diceva che ero molto fortunata, che l’inglese era importante e che alla mia età imparare una nuova lingua era naturale… La maestra di inglese, in modo giocoso e divertente, ha costruito un percorso fatto di can­zoni, dialoghi, filastrocche… partendo dalla storia di Winny thè Witch e così, alla fine dell’anno scolastico, ciascuno di noi è riuscito a presentarsi, a dire quello che gli piaceva o non gli piaceva… ”. Giulia Voza

La Scuola attualmente partecipa al programma d’azione europeo “Lifelong Laearning Programme”, che promuove, all’interno della Comunità europea, lo svi­luppo delle conoscenze anche attraverso gli scambi, la cooperazione e la mobilità di studenti, docenti e decisori. Agli alunni delle classi 5a è, inoltre, offerta la possibilità di preparare in classe e sostenere presso la scuola l’esame di certificazione delle com­petenze linguistiche “Young Learners” del Cambridge Institute.

Immagine del laboratorio utilizzato per l'integrazione degli alunni diversamente abili

Sono attivi anche laboratori per l’integrazione degli alunni diversamente abili, che si realizzano con piccoli gruppi eterogenei per incoraggiare i bambini ad assumere ruoli più interattivi nell’ambito di proposte che consentano la loro libera espressione e la valorizzazione delle loro capacità

Laboratorio per l'alfabetizzazione dei bambini stranieri

E’ presente anche un laboratorio di alfabetizzazione degli alunni stra­nieri, nel quale docenti interni ed esperti esterni propongono percorsi graduati di familiarizzazione con la lingua italiana parlata e scritta su diversi livelli, con fini dapprima comunicativi, quindi di approccio allo studio.

L’insegnante Graziella Tioli, che, per anni, ha operato in tale laboratorio racconta: “Ricorderò sempre le emozioni provate alle prime timide parole pronunciate in italiano, i sorrisi che testimoniavano interesse verso la lingua del nuovo paese, le amicizie nate tra bambini di diversa nazionalità in un clima di convivenza costruttiva” .

Sono attualmente in corso lavori per rendere l’edificio conforme alle vigenti leggi sull’agibilità e la sicurezza.

La professionalità docente oggi si esercita lungo tre dimensioni:

  • relazionale
  • pedagogico-didattico-valutativa
  • tecnico-culturale

all’insegna di continui adattamenti di metodo e responsabilità, derivanti dai cam­biamenti della legislazione scolastica, con classi plurieterogenee da gestire e aggior­namenti professionali continui. Come scriveva Joseph Peitl all’inizio dell’Ottocento, è proprio importante che l’insegnante goda di ottima salute fisica e mentale, altri­menti. ..

E la storia continua……

Classe 1a a.s. 2010/11

Tratto da: C’era una volta la nostra scuola…..150 anni di Scuola Elementare a Mirandola vissuti attraverso la lettura dei registri di classe.

Autori-Gruppi di lavoro: Bosi Nazzarena, Golinelli Silvia, Malaguti Marcella, Volponi Angela.

Con la collaboriazione dei docenti del gruppo per il Centenario della scuola: Anderlini Lorena, Bigi Stefania, Brunelli Cecilia, Dotti Milo, Oliva Anna Signori Laura.

Anno: 2011

Edizioni Al Barnardon

Costo Euro 13,00

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