Antichi palazzi – La Ghina – Finale E.- Massa Finalese
Facciata con scorcio sulla torre.
La Ghina
sec. XVI
Finale Emilia, Massa Finalese.
È un raro esempio di casa padronale cinquecentesca non compromessa dagli interventi successivi, che ne hanno mantenuta integra la tipologia e parte dell’assetto distributivo interno. Di sobrie linee architettoniche, chiaramente ascrivibili allo stile ferrarese che qui da sempre ha rappresentato la matrice culturalmente più diretta ed il più naturale polo di riferimento, l’edificio si compone di un semplice corpo a pianta rettangolare, di solide proporzioni, che ingloba una torre strutturalmente indipendente, ma dalla tessitura muraria perfettamente integrata con i prospetti del casino.
Lo scarno apparato decorativo esterno, limitato alla bella scala in cotto di linee svasate ed ai cornicioni a dente di sega dei prospetti laterali, si arricchisce sorprendentemente all’interno, negli ambienti di rappresentanza dell’unico piano destinato all’uso abitativo padronale. Affiorano sotto successive ridipinture tracce di intonaco decorato a motivi architettonici che incorniciano scene di paesaggi ormai perdute; i soffitti a finti cassettoni ed i camini di fattura settecentesca completano il corredo di finitura di quella che doveva essere una residenza agiata, forse commissionata da un prelato, come potrebbe far supporre una lapide in cotto murata in facciata, recante una data (1547) ed il sigillo ar- cipretoriale. Non a caso a poca distanza dal fabbricato è visibile tuttora l’antico palazzo della Mensa Vescovile, costruito sul sito del preesistente castello di Massa, che potrebbe ragionevolmente relazionarsi a questo. Il Costa Giani ricorda nelle sue memorie un Angelo Ghini, membro di una delle più illustri famiglie di San Felice, nato nel secolo XVI, «teologo di molto grido», che percorse la carriera ecclesiastica e al quale si potrebbe attribuire l’origine del toponimo.
Il casino fu nel Settecento di proprietà della famiglia Grossi che lo cedette dopo breve tempo ai Grillenzoni; durante la seconda guerra mondiale venne adibito a scuola elementare e successivamente abbandonato.
Alessandra Ontani
Tratto da : Architetture a Mirandola e nella Bassa Modenese
A cura della Cassa di Risparmio di Mirandola
Anno 1989