Antichi palazzi – Collegio gesuitico – Mirandola
Collegio gesuitico
Mirandola, Via Montanari
Rispetto al progetto del 1619, che prevedeva un completo razionale utilizzo dell’area a disposizione, la costruzione del Collegio gesuitico andò soggetta a mutamenti radicali. Cause principali furono la riduzione del terreno edificabilc, la lentezza e le interruzioni dei lavori. Non solo, ma in seguito a nuovi accordi intercorsi nel 1663 tra Alessandro II e il Provinciale Veneto, il personale religioso venne diminuito a 12 membri rispetto ai 30 previsti nell’atto istitutivo di cinquant’anni prima.
Durante l’ultima e definitiva campagna di lavori iniziata nel 1663, fu pertanto realizzata soltanto la parte dell’edificio prospiciente la strada di Terranova, in direzione nord-sud. Strutturato su due piani, il Collegio era percorso sul lato orientale da un ampio corridoio che comunicava con quello dell’ingresso, con le aule e con le stanze di abitazione dei Padri. Inaugurato il 1° gennaio 1690, accolse allievi esterni per corsi di grammatica, lettere e retorica, teologia morale e, ad anni alterni, di filosofia. I Gesuiti vi aggiunsero in seguito due corsi di livello elementare: rudimenti per i fanciulli e grammatica inferiore.
All’inizio del XVIII secolo si progettò il completamento del complesso sul lato settentrionale, a ridosso della chiesa, con la creazione di aule congregazionali e con il riassetto ortivo e cortilivo. Il tutto restò inattuato a causa dei rivolgimenti politici e dell’allontanamento da Mirandola dei Pico.
Dopo la soppressione della Compagnia di Gesù nel Ducato Estense (1773), gli ambienti del Collegio furono affidati per un decennio ai Padri Scolopi, addetti all’educazione dei giovani, poi vennero adibiti ad Ospedale e a Conservatorio delle Esposte. In questi anni più recenti, dopo un ampio restauro a cura del Comune di Mirandola, il seicentesco edificio è stato destinato ad uso di Centro culturale polivalente. Come il fabbricato del Collegio, anche quello della chiesa del Gesù situato perpendicolarmente subì modifiche durante le fasi costruttive che si avvicendarono nel corso del XVII secolo. Rispetto al disegno originario (1619) si riscontra l’eliminazione della scalinata d’accesso, del porticato anteriore e dell’appartamento ducale previsto a ridosso del fianco nord.
L’edificio venne strutturato a navata unica rettangolare conclusa da un abside piatta e intersecata da transetto. Era questa la «maniera» costruttiva più consueta dell’Ordine gesuitico, che privilegiava l’assenza di diaframmi architettonici in vista di una completa fruizione delle omelie. Le linee architettoniche della chiesa gesuitica mirandolese, consacrata il 1° gennaio 1689, si connotano quindi per sobrietà, accentuata all’esterno dalla facciata nuda, mai completata. Alcuni schizzi, peraltro parziali, conservati nel fondo gesuitico presso l’Archivio di Stato di Modena, danno l’idea di un progetto decorativo esterno incentrato essenzialmente su emblemi cristologici.
Lidia Righi Guerzoni
Tratto da: Committenze dei Pico
A cura della Cassa di Risparmio di Mirandola