Anni 20 e 30 – Scuole Elementari – Orario didattico e routine della giornata scolastica
Si va a scuola dal lunedì al sabato, la mattina 3 ore e il pomeriggio 2 ore, con una pausa il giovedì.
La mattina il maestro aspetta gli scolari davanti all’aula e subito dopo si fa carico di un giro di ispezione per valutare l’abbigliamento e la pulizia personale dei suoi allievi.
Dopo la preghiera cominciano le lezioni.
In prima e in seconda classe si insegnano religione, ortografia ed esercizi di lingua, aritmetica e contabilità, nozioni varie, lavori domestici e manuali, ginnastica, igiene e pulizia personale e c’è un voto per la condotta.
Dalla terza all’ottava classe si aggiungono: canto, disegno e bella scrittura, lettura espressiva e recitazione, geografia, storia, scienze fisiche e naturali.
Nel 1928 il ministro Giuseppe Belluzzo, con il Testo Unico n° 577, istituisce la Scuola di avviamento professionale in sostituzione dei corsi postelementari e della scuola complementare. Si sancisce, inoltre, che l’organizzazione delle classi differenziali sia affidata ad una facoltà medica. Sono previsti finanziamenti dello Stato agli enti convenzionati che si occupano dell’istruzione degli anormali e contributi dei comuni ai patronati scolastici per ogni alunno che presenti anormalità recuperabile con apposita assistenza educativa.
Prima dell’imposizione del testo unico di stato i libri scolastici sono stati oggetto di attenti controlli, ma non al punto da non avere margini che si sottraggano alle indicazioni del regime, con la proposta di alcuni brani che parlano di pace, solidarietà, uguaglianza.
Nel 1929 nelle scuole viene adottato il testo unico di stato: i libri devono essere approvati, aderire perfettamente agli obiettivi del fascismo e “collaudati” perché tutti si uniformino agli ideali dettati dal gruppo dominante. I volumi per le scuole elementari sono tre: il libro di lettura; il libro di religione, storia, grammatica, aritmetica, geografia; i libri del fascista. Per accentuare la propaganda, i testi scolastici, i quaderni, i diari e le pagelle (che devono essere uniformi e approvati) propongono immagini e contenuti tesi all’esaltazione del fascismo, della vita militare, della figura del duce. Le letture trattano svariati argomenti di attualità (gli ebrei, l’emigrazione, ecc …). Anche le preghiere sono intrise dei temi della cultura fascista.
I testi vengono descritti come “libri con notevole organicità e piena coerenza con il progetto di acculturazione e di grande qualità a livello di soluzioni grafiche, affidate a “figurinai” di prestigio.
Nel 1933, con Regio Decreto 1 luglio n. 786, avviene il passaggio definitivo allo Stato di tutte le scuole dei comuni.
Nel 1935 il ministro dell’Educazione Nazionale Cesare De Vecchi, con la cosiddetta “bonifica fascista”, introduce nei nuovi programmi la “cultura militare” e adegua la pedagogia agli ideali fascisti, sia nelle forme esteriori di vita della scuola, permeate di militarismo e caporalismo, sia attraverso riforme legislative ed amministrative che reprimono ogni forma di autonomia della scuola, in un totale assoggettamento allo stato fascista.
Tratto da: C’era una volta la nostra scuola…..150 anni di Scuola Elementare a Mirandola vissuti attraverso la lettura dei registri di classe.
Autori-Gruppi di lavoro: Bosi Nazzarena, Golinelli Silvia, Malaguti Marcella, Volponi Angela.
Con la collaboriazione dei docenti del gruppo per il Centenario della scuola: Anderlini Lorena, Bigi Stefania, Brunelli Cecilia, Dotti Milo, Oliva Anna Signori Laura.
Tratto da – C’era una volta la nostra scuola
Anno: 2011
Edizioni Al Barnardon
Costo Euro 13,00