1994 – Il Centenario Pichiano
Il Centenario Pichiano
“Elitario o popolare?”: questo fu uno dei dilemmi che gli organizzatori delle celebrazioni intorno ai cinquecento anni dalla morte di Giovanni Pico si trovarono ad affrontare. “Il potere del localismo” ha scritto nella cronaca del convegno Vittorio Erlindo, dirigente dei servizi culturali del tempo, “anche su questioni che poco hanno a che vedere con il locale, in generale, costituisce sicuramente un prezzo che le amministrazioni locali avvedute debbono pagare sull’altare del senso di identità e proprietà che le popolazioni hanno su tutto ciò che appartiene ad un territorio”.
Nonostante l’enorme sforzo di coinvolgimento della città, compiuto dall’amministrazione, qualche malessere e qualche incomprensione sui costi e sugli “sfarzi” accompagnarono e seguirono le celebrazioni, per le quali (è sempre Erlindo che parla) “l’unico indirizzo ricevuto dalla Giunta municipale era quello di realizzare l’evento più significativo dell’intera legislatura”.
Le polemiche però hanno fatto il loro tempo e sono rimaste confinate al loro tempo. Al contrario, le iniziative assunte in quegli anni e le celebrazioni hanno lasciato il segno e un’eredità da non disperdere.
Rispetto al 1963 (anniversario della nascita) tutti gli appuntamenti si svolsero a Mirandola. Il convegno fu interdisciplinare e articolato in diverse aree di analisi e, oltre all’opera e al pensiero di Giovanni, affrontò anche la figura del nipote Gianfrancesco. Spettacoli teatrali e musicali allietarono convegnisti e pubblico lungo tutto l’arco della manifestazione.
Sul finire del 1993 fu fondato il Centro Internazionale di Cultura “Giovanni Pico della Mirandola”: “abbiamo immaginato che Pico ci chiedesse di organizzare non tanto e non solo un convegno, ma l’avvio di un centro studi che proseguisse quella ricerca necessaria ad indagare una attività di pensiero che, seppur ricca e varia, era stata tuttavia stroncata nel pieno della sua maturità. Fu avviata la collaborazione con la casa editrice Olschki di Firenze; furono concesse una decina di borse di studio a neolaureati e organizzati seminari e corsi preparatori.
L’Anno Pichiano, intitolato a “La dignità dell’uomo e la concordia tra i saperi” fu inaugurato il 27 maggio del 1994, con una prolusione di Ezio Raimondi e gli interventi di Vito Fumagalli, Albano Biondi e Gianfranco Fioravanti.
“Il dialogo di Pico con il pensiero ebraico, con la Cabbalà, la sua apertura verso il mondo arabo (non è un caso che la sua orazione sulla “Dignità dell’uomo” si apra con una citazione di Abdullà Saraceno) – disse Ezio Raimondi – indica il sogno, il desiderio, la ricerca dell’unità più profonda che dall’uomo passa agli uomini, rispettando il loro molteplice, ma trovando nello stesso tempo un elemento che li congiunge”.
Anche nel 1994 parteciparono studiosi di fama mondiale: Eugenio Garin, Umberto Eco, Ernst Gombrich, Charles Trinkaus, Michael J.B. Alien, Louis Valcke, Jean Claude Margolin, Gian Carlo Garfagnini; e studiosi mirandolesi, come Don Francesco Gavioli e Vilmo Cappi. Jacques Le Goff, August Buck e José V. de Pina Martins mandarono i loro contributi per la pubblicazione degli atti.
Cesare Vasoli concluse i lavori con queste parole: “Se può essere oggi possibile, anzi necessario considerare con il distacco della misura storica l’immagine dell’uomo perfetto e divino nella sua libertà che ispirava le pagine più celebri di Giovanni Pico, non si può davvero affermare, con tranquilla indifferenza, che siano ormai tramontate per sempre le speranze del nobile filosofo della Mirandola. Se lo fossero, non saremmo riuniti qui, dopo mezzo millennio, a ricordare la breve vicenda esistenziale ed intellettuale di un uomo che non cessò mai di attendere una vera “renovatio” spirituale e che, mentre si appressano tempi di durissime intransigenze religiose e filosofiche, ci insegnò a cercare sempre ciò che unisce gli uomini e non le passioni e l’oscura volontà di morte che li dividono.
Luigi Costi
Tratto da: Storia di Mirandola – Politica e società nel Secondo Dopoguerra 1946-2001
Edizioni CDL