1982 – La tradizione in cucina – Alberghi,ristoranti,trattorie nella Bassa
…….A conclusione di questi brevi itinerari, si è ritenuto opportuno offrire una informazione più completa aggiungendo l’elenco degli alberghi, dei ristoranti e delle pizzerie dell’intero comprensorio, anche in sintonia con il piano di incentivazione turistica pubblicato dal Comitato comprensoriale nel gennaio 1980, su indicazione della legge regionale n. 16 del 14/3/75, modificata e integrata con la legge regionale n. 19 del 23/5/78.
La ricettività alberghiera, come si potrà vedere, è assai modesta, anche se nei pressi di San Prospero sta per sorgere un nuovo albergo di buona capienza. Lo sviluppo sociale, economico e industriale del nostro territorio certamente richiederebbe una maggiore disponibilità ricettiva a livello alberghiero.
Notevole, invece la presenza, in ogni angolo del territorio, di ristoranti, pizzerie, tavole calde e paninoteche. Il che induce ad alcune indicazioni sulla cucina e sulla gastronomia della Bassa modenese.
La nostra è, da sempre, una cucina “povera” ma sostanziosa. È povera nel senso che non prevede piatti elaborati e di sofisticata preparazione, ma una cucina che punta sul sodo, anche perchè nel corso dei secoli la fame della gente e le sempre modeste possibilità di sfamarsi non consentivano elaborazioni di nessun genere.
Tanto per fare un esempio, il concetto di antipasto, nella cucina basso-modenese non esiste. Si passa subito alla minestra, elemento base del mangiare di casa nostra. È chiaro che oggi nei ristoranti non manca la proposta dell’antipasto (per lo più salumi, come prosciutto, salame, mortadella, coppa o “ciccioli”), ma è una indicazione dettata da mode non certo locali.
Le minestre, dunque: i piatti tipici della Bassa sono i tortellini in brodo, chiamati quasi ovunque “i caplett”, che vengono cotti in un buon brodo di carne, con manzo e pollo, meglio ancora cappone. I tortellini alla panna non sono roba di casa nostra. Altro piatto tipico sono i maccheroni al pettine, che vengono fatti in casa arrotolando un quadretto di sfoglia su un pezzetto di pettine ricavato dai vecchi telai per la tessitura. La rigatura che se ne ricava è quindi trasversale e pertanto trattiene più condimento. Altro piatto tipico sono le tagliatelle asciutte al ragù, in qualche località chiamate “fuiadi”, i “caplett ad zucca“, i tortelloni alla ricotta e le “erbe buone”, e i “bigoli al torchio”, anch’essi prodotti in casa con vecchi torchi. Assai migliori degli spaghetti con il grano duro.
Altre minestre tipiche i maltagliati in brodo, gli “stricchetti”, i quadretti, le tagliatelline, tutte cose da fare in brodo. Altra minestra dei tempi antichi era la “panada“, che è pane vecchio tagliato e triturato, poi bollito nell’acqua con sale e aglio, e i tradizionali “grattini”, pasta sfoglia sminuzzata in piccoli pezzettini.
Le minestre tipiche della cucina emiliana, vedi le lasagne, i cannelloni, i ravioli, gli agnolotti, eccetera, pur essendo molto apprezzati anche da noi, sono piatti “di importazione”, cioè di origine extracomprensoriale.
Per i secondi, anche da noi non c’è che l’imbarazzo della scelta. Veramente tipici delle nostre terre sono comunque i bolliti misti, che arrivano in tavola fumanti: lo zampone, il cotechino, la testina di vitello, la lingua e il manzo. . . ,
La carne bovina da noi è “la carne” tout court. Per i più abbienti c’era (e c’è ancora) la coscia o la “costa”, per i più poveri era già tanto avere in tavola, almeno la domenica, un pezzo di “doppione” o di “punta di petto”.
Molto apprezzato è lo zampone della Bassa. Una tradizione pretende che questo insaccato sia nato a Mirandola ai tempi del famoso assedio di papa Giulio II. È certo però che dalle nostre parti si produce un eccellente zampone. Come erano molto apprezzati i “cappelli da prete”, cioè lo stesso impasto dello zampone racchiuso in pezzi di cotenna di maiale confezionata a forma di piccolo sacco a tre punte, un po’ simile agli antichi copricapo dei sacerdoti.
Altri secondi piatti molto apprezzati, sempre in clima di tradizione, sono il coniglio arrosto, l’anatra pure arrosto (con particolare tradizione a Massa Finalese), poi le faraone e tutto il pollame da cortile, il galletto alla cacciatora, cioè messo in padella con pomodoro, peperoni, cipolle, aglio e rosmarino. Poi lo zampetto di maiale lessato, lo stinco di maiale tipico di Finale.
Nella zona valliva e in tutto il finalese è tipica anche la preparazione del pesce d’acqua dolce (gobbi, carpe, cavedani, pesce gatto e anche anguilla), nonché delle rane, che si possono arrostire, friggere, oppure servire con il risotto.
Ma come giustamente afferma Vilmo Cappi, il momento più caratteristico della gastronomia tradizionale della Bassa era la lavorazione casalinga del maiale, dalla quale si otteneva un po’ di tutto: i prosciutti, le “spallette”, le coppe, i salami, la salsiccia e la “salsiccia rossa o matta”, i cotechini, la coppa di testa, la “testa imbastita”, il lardo e lo strutto, oltre ai famosi “ciccioli“. Era la base, almeno un tempo, dell’alimentazione contadina e popolare.
Altri mangiari tipici sono “il salame sotto la brace”, la salama da sugo” nella parte del Finalese che confina col Ferrarese, i “gnocchi sotto la brace”, il “gnocco fritto“, la polenta arrostita con il grasso pestato, la “paparuccia” (che è una polenta tenera, condita quasi alla fine della cottura con una sorta di ragù fatto di fagioli, olio, conserva di pomodoro e formaggio grana e che si mangia quasi del tutto raffreddata), la “stria“, fatta con pasta non lievitata.
La celebre specialità gastronomica di Finale Emilia, per la quale il paese è largamente noto, è la “torta d’Ebrei“, detta anche “sfogliata”. È una sorta di gnocco fatto di strati di pasta intervallati da strutto e formaggio. Si deve mangiare caldissimo accompagnato da un bicchiere di vino bianco.
La tradizione vuole che questa “torta d’Ebrei” sia stata “inventata” nel secolo scorso da un israelita, Mandolino Rimini, convertitosi poi alla religione cattolica. Inviso dai suoi ex correligionari per la sua nuova fede cristiana, volle apportare una variante ad un tradizionale gnocco che gli ebrei mangiavano spesso: aggiunse cioè alla ricetta primitiva lo strutto, in modo che gli ebrei, che non possono toccare carne di maiale da cui deriva lo strutto, non potessero più assaggiare la sua torta. Oggi la “torta d’Ebrei” è una specialità finalese veramente irripetibile.
In mezzo a tutto questo si poneva (e in qualche caso si pone ancora) il rituale della “sfoglia” fatta in casa con eccezionale bravitù della “razdora”, per le quali era un autentico vanto avere “in mano il mestolo”, sovraintendere cioè alla direzione della cucina. Era quasi miracoloso vedere come da un impasto di farina, uova, acqua e sale sorgesse la sfoglia, perfettamente rotonda e perfettamente uniforme nello spessore.
Quanto alla frutta, oggi si produce un po’ di tutto. Ma un tempo, ad esempio, San Possidonio era famoso per le sue ciliegie, la zona del Finalese per le sue noci. Caratteristica produzione della Bassa era la “mela campanina” che si conservava a lungo durante l’inverno, talvolta messa in frigo sulle tegole di casa. Altri frutti di casa nostra erano le nespole, i marubilani (o “marusticani”), le marasche, le amarene, i fichi, le prugne, specie quelle squisite dette di Santa Rosa, le mele e le pere di svariate qualità. Oggi la frutticoltura, come è giusto, punta su qualità più commerciabili e più appetibili da parte dei consumatori.
Non va dimenticato che un tempo, specie con le mele campanine, si facevano le cosiddette “ciappelle”, vale a dire lunghe collane di mele tagliate a fette, infilate in uno spago e poi messe ad essicare al sole. Si apprezzavano molto durante la stagione invernale e si usavano anche per il pane di Natale.
Un capitolo a parte meriterebbe il cocomero della Bassa, fra i più buoni del mondo. Oggi la produzione è a carattere industriale con varietà di provenienza americana o giapponese. Molto buoni, addirittura eccezionali, i meloni del nostro territorio.
Un tempo erano famosi i “meloni raparini”.
Notevole, adesso, sul nostro territorio la produzione di aglio, cipolla, melanzane, peperoni e pomodoro. A proposito del pomodoro, non va dimenticato un altro caratteristico rituale che si verificava, e si verifica ancora, a fine agosto o ai primi di settembre, cioè la preparazione della “conserva”. La tipica conserva di pomodoro della nostra terra è fatta con il pomodoro tenuto a bollire per varie ore, assieme agli “odori”, cioè cipolla, sedano, prezzemolo, carota e basilico, poi macinato e spremuto e infine messo nei vasi e fatto bollire a bagnomaria.
Uguale cura si metteva nella preparazione dei liquori. La Bassa modenese era nota un tempo per la preparazione dell’acquavite, cioè della grappa. .
Le località oggi note con il nome di Bollitora ospitavano appunto piccole fabbriche di acquavite, senza contare che molte famiglie gestivano in proprio questa attività.
Caratteristico liquore della Bassa resta sempre il nocino, che richiede una preparazione tradizionale e particolare, una vera liturgia che inizia la notte di San Giovanni (24 giugno) con la raccolta delle noci ancora verdi. Si facevano anche il laurino e il rosolio, mentre la zona di Finale Emilia è ancora famosa in tutta Europa per il suo “anicione”.
Fra i dolci non va dimenticata la focaccia dolce che a Mirandola e Concordia si chiama “al basulan“, mentre a Cavezzo e a Medolla viene chiamata “balson”. Si tratta di una sorta di ciambella, ottima da intingere nel vino lambrusco. Caratteristico è anche il “pane di Natale” che, con piccole diversificazioni, si fa ancora in tutta la Bassa. Un tempo si faceva anche la “saba“, che è mosto cotto, oltre al “sapore“, che è una marmellata che si fa con mosto d’uva, pezzi di zucca tagliata a dadi, mele sbucciate a fettine, mele cotogne a pezzettini, bucce d’arancia seccate e gherigli di noce. È una cottura lunga, che non finiva mai, sul paiolo appeso al camino.
Altri dolci tipici sono i “tortelli“ fatti con il “sapore” di cui si è detto, mentre per il periodo carnevalesco imperversavano le “chiacchere” vale a dire le frappe, nastri di sfoglia dolce, attorcigliati, fritti nello strutto e poi zuccherati a caldo.
Resta da dire del vino: qui da noi regna sua maestà il Lambrusco di Sorbara (e anche il Salamino di Santa Croce) e di questa frizzante tirannia non possiamo certo lamentarci. Con i nostri cibi, non proprio leggerissimi, il lambrusco è quello che ci vuole. Ma non mancano anche certi vinelli bianchi, pure leggeri, che forse non avranno tipicità, ma sono estremamente gradevoli.
ALBERGHI, RISTORANTI, TRATTORIE DELLA BASSA
CAMPOSANTO
Albergo “Gran Paradiso” di Levratti – Via Panaria, 596 – Cadecoppi
Ristorante-Albergo “Gran Paradiso” di Levratti – Via Panaro, 596 Cadecoppi
Trattoria-Ristorante “Tre Re” di Malagoli Bruna – Via per Solara, 16 Camposanto
Ristorante “Regina del Bosco” di Luppi Orazio – Via per Cavezzo, 6 Bosco della Saliceta
Trattoria “Da Giulio” – Via Panaria Bassa – Cabianca
Trattoria Morselli Amalberga – Via Panaria Bassa – Cabianca
Pizzeria “Niki” di Cocchi Nicoletta – Via Marconi – Camposanto
Pizzeria Zaccaria Ferruccio – Via Marconi – Camposanto
Anche a Camposanto si possono mangiare tutti i piatti tipici della cucina modenese. Consigliabili, comunque, il pesce-gatto e le rane, nonché la carne alla griglia secondo l’antica usanza boscaiola.
CAVEZZO
Albergo “Da Mario” Piazza Martiri della Libertà, 21 – Cavezzo
Albergo “Del Ponte” – Via Cavour, 329 – Ponte Motta
Ristorante-Albergo “da Mario” – Piazza Martiri della Libertà, 21 Cavezzo
Ristorante-Pizzeria “Nuova Barchessa” di Bertesi Enzo – Via Solferino, 21 – Cavezzo
Ristorante “Del Ponte” – Via Cavour, 329 – Ponte Motta
Ristorante-Pizzeria “Il Gambero Rosso” – Via Cavour, 300 Ponte Motta
Pizzeria “La Forchetta” – Via Gramsci, 67 – Cavezzo Pizzeria “Da Gino” – Via di Mezzo, 26 – Disvetro
Cavezzo, oltre ad un eccellente vino lambrusco di Sorbara, offre tutte le specialità della cucina tipica della Bassa modenese. Le specialità della zona sono i tortellini (che qui si chiamano “caplett”) in brodo, i maccheroni al pettine, i bolliti misti e la focaccia dolce detta “balson”.
CONCORDIA SULLA SECCHIA
Albergo “Morinii” – Via Mazzini, 61 – Concordia
Albergo-ristorante “Morini” – Via Mazzini, 61 – Concordia
Trattoria Trevisani – Via per San Possidonio, 6 – Concordia
Pizzeria Belli Massimo – Via Gobetti, 8 – Concordia
Pizzeria Truzzi – Via per Novi, 43 – San Giovanni
Pizzeria-ristorante “La Griglia” di Giubertoni Giancarlo – Via Martiri, 61 Fossa di Concordia
Paninoteca-ristorante di Berviglieri Bruno – Via Martiri, 4 – Concordia
Anche Concordia può offrire al turista tutti i piatti tipici della Bassa, ma qui vengono particolarmente apprezzati anche i tortellini di zucca e i tortelloni alla ricotta.
FINALE EMILIA
Albergo “Nuova Luce” di Fava Oscar – Via Panaria Bassa – Finale Emilia Albergo Zuccherificio di Magnagnoli Giuseppe – Via Ceresa Massa Finalese.
Ristorante “Nuova Luce” di Fava Oscar – Via Panaria Bassa (Polo industriale) Finale Emilia
Ristorante Coa Sergio – Via Statale per Modena, 1 – Finale Emilia Ristorante Self-service – P.zza Garibaldi – Finale Emilia Ristorante “Zuccherificio” di Magnagnoli Giuseppe – Via Ceresa Massa Finalese
Trattoria “Stazione” di Fregni Dante – Via Rotta, 4 – Finale Emilia Trattoria “La Busa” di Cremonìni Roberta – Via Trento Trieste Finale Emilia
Trattoria Bignardi Luciana – Via Trento Trieste – Finale Emilia
Trattoria Pederzini Luciana – Via Casoni Sopra 19 – Casoni
Trattoria “Al Campione” di Pavarotti Zulema – Via Canaletto, 30 Canaletto
Trattoria Garau Tonino – Piazza Caduti della Libertà – Massa Finalese Trattoria Molisso Vincenzo – P.zza Caduti della Libertà – Massa Finalese Trattoria Calzolari Agnese – Via Salde Entrà – Massa Finalese
Trattoria Cremonini Enrichetta – Via per Ferrara – Casumaro
Trattoria Paganelli Rino – Via per Ferrara – Casumaro
Trattoria Rezzaghi Mario – Via per Ferrara – Reno Finalese
Pizzeria “Santa Lucia” – di Romano Lucia – Via Rotta, 15 – Finale Emilia Pizzeria Fregni Dante – Via Rotta – Finale Emilia
Pizzeria “La Baia” di Luppi Paolina – Via Cappuccini, 37 – Finale Emilia
Pizzeria Fontana Bice – Via per Modena – Massa Finalese
Pizzeria Cariani Odes – Via per Ferrara – Casumaro
Pizzeria Casari Oneglia – P.zza Verdi – Finale Emilia
Pizzeria “Da Poldino” di Guerzoni e Mazzoli – Via per Modena
Massa Finalese
La vera tipica e caratteristica specialità di Finale Emilia è la classica “torta d’Ebrei” o sfogliata, di cui si è detto. Ma sono da apprezzare anche i “caplazz” di zucca , i tortelloni con ricotta e amaretti, il pesce d’acqua dolce e le rane. Liquore tipico di Finale Emilia è il famoso “anicione”.
MEDOLLA
Albergo “Diana” Via Roma, 92 – Medolla
Ristorante “Girasole” di Battaiola Alfredo – Via Provinciale, 42 – Medolla Ristorante “Mont’Albano” di Pieri Virginia – Via Montalbano, 1 – Medolla
Pizzeria “Gallo blu” di Ballistreri Bruno – Via Provinciale, 42 – Medolla Trattoria “I Tri Sant” di Grisanti Rino – Via Statale, 88 – Medolla
Trattoria Roncadi di Roncadi Cesarina – Via Statale, 161 – Medolla Trattoria-osteria Borra Amilcarina – Via Romana, 80 – Medolla
Pizzeria Mantovani di Mantovani Luciano – Via Camurana, 23 Camurana
Paninoteca “Snoopy” di Polastri Glauco – Via Rimembranza, 9 – Medolla
Come in tutti gli altri centri del Comprensorio, anche a Medolla si possono gustare tutte le specialità della gastronomia locale, oltre ad un eccellente lambrusco, che qui si apprezza molto con il dolce “balson”. Al “balson e lambrusc” è dadicata anche la tradizionale Fiera di Bruino. Molto apprezzato è anche il “gnocco fritto”.
MIRANDOLA
Hotel “Pico” di Codifava Paolo – Via Statale sud, 12 – Mirandola
Albergo “Universal” Via Statale nord, 25d – Santa Giustina Vigona
Albergo “Nuova Italia” Via Volturno – Mirandola
Albergo “Al falco” di Romano Francesco – Via Statale nord, 1 Mirandola
Albergo “Touring” di Augusta Oviszack – Via Statale sud, 62 San Giacomo Roncole
Locanda “Tazza d’oro” di Grana Arcangelo – Via Pico, 5 – Mirandola Locanda Cantadori di Rizzo Marta – Via Valli, 318 – San Martino Spino Locanda “Commercio” di Vincenzi Enore – Via Valli 165 – Gavello
Locanda “Cacciatori” di Barbieri Terenzio – V.le Gramsci, 41 Mirandola
Ristorante “Castello” di Bonomi Silvano – P.zza Marconi, 10 – Mirandola Ristorante “Roma” di Righini Egidio – P.zza Costituente, 24 – Mirandola Ristorante “Duomo” di Anderlini Siebel – Via Curtatone, 6 – Mirandola Ristorante self-service – Via Pico, 1 5 – Mirandola Ristorante
“Aquila nera” di Rebecchi Fainer – Via Statale sud , 3 Mirandola
Trattoria “Bocciofila” di Martinelli Olga – Viale Gramsci, 8 – Mirandola Ristorante “Sabbioni” di Sabbioni Lotario – Via Valli, 330 San Martino Spino
Ristorante Ganzerli “Da Saul” di Ganzerli Erino – Via Statale sud, 89 San Giacomo Roncole
Albergo-Ristorante “Universal” – Via Statale nord, 25 Santa Giustina Vigona
Ristorante “Il Fiasco” Via Imperiale, 63 – Mortizzuolo
Ristorante “Total” di Paterniani Vittorino – Via Statale nord, 4 Mirandola
Trattoria “Cacciatori” di Barbieri Terenzio – V.le Gramsci, 41 Mirandola
Trattoria “Italia” di Nardi Apollonio – V.le Gramsci, 119 – Cividale
Trattoria Morselli G.Franco – Via per Concordia, 24 – Mirandola
Trattoria “Botteghino” di Reggiani Silvano – Via Castelfidardo, 26 Mirandola
Trattoria “Due mori” di Bortoli Paolina – Via Valli, 388 San Martino Spino
Trattoria Civolani Ebe – Via Statale, 77 – Tramuschio
Trattoria Magri di Magri Gino – Imperiale, 421 – Mortizzuolo
Trattoria “Piccolo Paradiso” – Via Dosso, 32 – San Giacomo Roncole
Trattoria Cantadori – Via Valli, 318 – San Martino Spino
Trattoria Stancari di Stancari Corinna – Via Mazzone – Mortizzuolo
Trattoria Torricelli – Via Forna – Crocicchio Zeni
Trattoria “Commercio” di Vincenzi Enore – Via Valli, 165 – Gavello
Trattoria Bassoli di Malavasi Loretta – Via San Martino Carano, 28
Mirandola
Pizzeria “Elsa” di Lodi Franco – Via Cavallotti, 6 – Mirandola
Pizzeria “Dribling” di Manicardi Tito – Via Pico, 32 – Mirandola
Pizzeria “Vesuvio” di Graziano Aurioso – P.zza Costituente, 17/a Mirandola
Pizzeria “La Fontana” di Aldrighi Dima – V.le Italia – Mirandola
Pizzeria “Il falco” di Romano Francesco – Via Statale nord, 1 – Mirandola Pizzeria “La pace” di Rondelli Gino – Via Pico, 4 – Mirandola
Pizzeria “Sport” di Neri Silvia – Via Valli, 16 – Quarantoli
Paninoteca “Bistrò” di Gatti Fermo – Via Battisti, 23 – Mirandola Paninoteca “Marconi” P.zza Marconi, 2 – Mirandola
Le specialità gastronomiche di Mirandola sono soprattutto i “maccheroni al pettine”, lo zampone, che secondo una vecchia tradizione è nato proprio in questa terra, e, fra i dolci il “basulan”. Naturalmente anche in tutto il Mirandolese è possibile apprezzare i vari piatti della cucina modenese, con un cenno particolare ai tortelloni alla salvia.
SAN FELICE SUL PANARO
Albergo “Trieste” di Gualandri Novella – V.le Campi, 30 – San Felice sul Panaro
Albergo “Polohotel” Via Perossaro, 71 – Polo industriale
Locanda “Risorgimento” – San Felice sul Panaro.
Ristorante “Trieste” di Gualandri Novella – V.le Campi, 30 – San Felice Ristorante “Nuovo Texas” di Pellacani Bice – Via I maggio, 21 San Biagio
Ristorante “Polhotel” – Via Perossaro, 71 – Polo industriale
Trattoria “San Bernardino” di Cestari Riccardo – Via degli Estensi, 8 San Felice
Trattoria “Dalla Marta” di Zavatta Maria – Via Forcole, 18 – Mortizzuolo Pizzeria di Menegon Pierluigi – Via degli Estensi, 85 – San Felice
Pizzeria di Toselli Elena – Via Ascari, 21 – San Felice
Pizzeria “Oasi Olmone” Via Perossaro, 46 – San Felice
Anche a San Felice un visitatore può gustare tutte le specialità della cucina emiliana. Le specialità di San Felice sono la minestra di fagioli con le cotiche, il gnocco sotto le brace, il pollo alla cacciatora e lo stracotto di manzo.
SAN POSSIDONIO
Locanda “Trieste” di Pederzoli Gino – P.zza Andreoli, 50 San Possidonio
Ristorante-Pizzeria “Ponte Rovere” di Mantovani Ellero – Via Provinciale Concordia
Trattoria “Trieste” di Pederzoli Gino – Piazza Andreoli, 50 San Possidonio
Trattoria “Baffi” di Marchesi Omari – Via Matteotti, 231 – Bellaria
Trattoria “Tre Barche” di Zucchi Giselda – Pioppa
Pizzeria “Oratorio” di Sgarbi Ermes – Via Gramsci, 20 – San Possidonio
La specialità gastronomica più nota di San Possidonio sono le tagliatelle al ragù, che qui vengono chiamate “fuiadi”. Eccellente anche il vino lambrusco che viene prodotto in questa zona particolarmente idonea alla produzione vinicola.
SAN PROSPERO SECCHIA
Albergo-Ristorante “Brennero” – Via Statale – San Prospero
Ristorante “San Silvestro” di Belloni Mario – Via Statale, 170 San Prospero
Ristorante “Brennero” Via Statale – San Prospero
Ristorante-Pizzeria “San Lorenzo” – Via Viazza, 11 San Lorenzo della Pioppa
Pizzeria “Renato” – San Prospero
Pizzeria-bar Castagnetti di Castagnetti Enrico – San Pietro in Elda.
Centro di produzione del migliore lambrusco modenese, San Prospero vanta una bella tradizione gastronomica, suggellata dall’apertura del ristorante “San Silvestro” dove è possibile apprezzare tutti i piatti della cucina modenese. Le specialità di San Prospero sono comunque i tortellini in brodo, i maccheroni con pettine e la mortadella.
Tratto da: Guida Storica e Turistica della Bassa Modenese
Autore: Giuseppe Morselli
A cura del: Comprensorio Bassa Pianura Modenese – Formato da i comuni di – Camposanto – Cavezzo – Concordia -Finale Emilia – Medolla – Mirandola – San Felice sul Panaro – San Possidonio – San Prospero.
Anno: 1982