1977 La piscina di Mirandola
1977-Inaugurazione piscina - Archivio fotografico comunale
La piscina di Mirandola
Il centro nuoto è stato croce e delizia dei mirandolesi. Per un verso è l’impianto che ha certificato il salto in una nuova epoca di sport, di vita collettiva, di relazioni con il territorio, di benessere diffuso. Non a caso l’apertura della piscina ha coinciso con il declino delle colonie marine e montane gestite dai Comuni (quelle parrocchiali hanno fatto storia a sé), già avviato dalle nuove opportunità di ferie familiari. Per un altro verso è stato l’oggetto privilegiato delle polemiche politiche e da “listone”167 per almeno un decennio e più.
Il progetto della piscina di Mirandola fu presentato dalla Giunta Gherardi il 29 maggio del 1972. I progettisti furono due architetti modenesi di fama: Cesare Leonardi e Franca Stagi, e, in effetti, l’impianto presenta caratteristiche estetiche e spaziali di tutto rilievo, sia per l’edificio in cemento armato della piscina coperta, degli spogliatoi e della palestra, che richiama la sagoma e gli oblò di una nave, che per il vasto parco verde intorno alla vasca esterna, una soluzione per quei tempi piuttosto rara e certamente lungimirante.
I lavori furono assegnati nel novembre del 1973 e, dopo varianti e tribolazioni, la vasca coperta fu inaugurata nell’agosto del 1977 e l’area all’aperto, con la vasca olimpionica, nel 1980.
Le polemiche riguardarono i costi dell’opera e i costi di gestione e furono prevalentemente innescate dalla DC, la quale fu accusata da PCI e PSI di essere pregiudizialmente contraria all’impianto.
In realtà la DC non fu contraria alla realizzazione di un centro nuoto, fu contraria a quel tipo di progetto. In altre parole avrebbe voluto un impianto di minori dimensioni e con meno ambizioni. Contestò che il progetto era stato proposto come opera comprensoriale, alla quale avrebbero dovuto partecipare gli altri Comuni, che però si fecero di nebbia. Contestò la spesa per gli investimenti e gli alti costi di gestione, dovuti prevalentemente ai consumi energetici.
Sull’ultimo punto la DC ebbe facilmente ragione: i progettisti, in un’epoca in cui i temi dell’ambiente e dell’energia avevano appena fatto capolino, non si erano troppo preoccupati di risparmio, isolamento termico ed efficienza energetica degli impianti. Anche se non si verificò la profezia del capogruppo DC nel 1981, secondo cui la piscina sarebbe stata chiusa per incapacità economica e finanziaria, il bilancio comunale dovette sopportare spese aggiuntive dell’ordine di 3/400 milioni di lire l’anno.
Sull’adesione degli altri Comuni invece apparve subito chiaro che l’attesa di una loro compartecipazione sarebbe stata vana, a prescindere dal progetto, e che un vincolo del genere avrebbe significato rinviare l’opera “sine die”.
Nemmeno le tribolazioni finanziarie per reperire i fondi d’investimento potevano essere ragionevolmente addossate al Comune e all’amministrazione: in quegli anni l’inflazione superò stabilmente le due cifre ei conti dovettero essere costantemente aggiornati sia per le opere pubbliche che per gli investimenti privati.
Nel 1981 fu istituito il “comitato di gestione” del centro nuoto, con la partecipazione delle tre polisportive cittadine.
167) Per i non mirandolesi: il listone è il percorso in “sanpietrini” che corre da cima a fondo al centro di Piazza Costituente, lungo il quale “gli uomini da parere” erano e sono soliti passeggiare disquisendo delle varie ed eventuali più importanti.
Tratto da: Storia di Mirandola – Politica e società del Secondo Dopoguerra
1946-2001
Autore: Luigi Costi
Edizioni CDL
€ 24,00