1968 a Mirandola – Non solo tran tran

1968 a Mirandola – Non solo tran tran

5 Maggio 2024 2

A leggere il corrispondente della Gazzetta di Modena del 2 giugno, parrebbe che il mirandolese medio trascorresse le sue serate al cinema o davanti al flipper nei bar. Ma è lo stesso cronista, in un riassunto di fine anno, a raccontarci che i mirandolesi erano un po’ più vivaci, e a testimoniarci che a Mirandola c’erano almeno dieci cantanti, cinque orchestre e almeno 30 pittori, alcuni dei quali di fama nazionale. Pur senza colpi clamorosi anche il ’68 mirandolese riservò le sue novità. Senza dimenticare che anche il cinema e i flipper erano alla “page”.

Non potevano mancare, nella Mirandola del tempo, gli eventi spettacolari legati alla televisione e ai suoi più popolari protagonisti, così, in giugno, il mago Zurli presentò al Teatro Nuovo uno spettacolo di canzoni e arte varia, su esibizioni curate dalla maestra Saide Marchesi: spiccò il balletto dedicato a “Bonnie and Clyde”, eseguito da Elisabetta Bonfatti e Luisa Braglia. A settembre, per la sagra di Francia Corta, allo stadio Lolli si esibì Orietta Berti. A dicembre si concluse con successo il quinto festival canoro per bambini “Il Castello d’Oro”, registrato e ritrasmesso dalla RAI. A riprova che i costumi stavano cambiando e che anche in periferia soffiava un’aria nuova, vinse la canzone intitolata “La nonna in minigonna”.

Con un robusto girone di ritorno, la Mirandolese confermò la presenza nella serie “D” di calcio per l’undicesimo anno consecutivo, ma rischiò di non iscriversi al campionato. All’inizio di luglio, i tredici componenti del consiglio della società si dimisero, preoccupati di non poter sostenere da soli gli oneri della serie “D”: il precedente torneo si era aperto con un utile di 4 milioni e si era chiuso con un passivo di 2,8 milioni. Fu nominato un commissario straordinario, nella persona del Sindaco, e Celso Gherardi, con l’aiuto dell’assessore allo sport Quinto Cremaschi, riuscì a rimettere in piedi la società, allargando i soci e il consiglio a trentotto componenti. Presidente fu confermato Federico Paolini.

I mirandolesi non persero la voglia di tifare e divertirsi: a maggio, presso il bar Italia, nacque il Milan club, con 60 aderenti, e durante la fiera di luglio, dedicata all’anguria, si giocava a calcio cieco (bendati e scalzi) e a pallanuoto nella piscina artificiale, in piazza Costituente, di fronte a migliaia di spettatori, dove l’anguria sostituiva il pallone. Alla fine l’abbuffata di cocomeri era inevitabile.

Anche il ’68 fu un anno di gloria per il ciclismo, che contava su due società, la S.C. Mirandolese di Primo Calanca e la G.S. Cicloamatori di Giancarlo Bellodi. Il sabato di Pasqua la S.C. Mirandolese organizzò, nell’ambito delle prove del “Trofeo Cugnet”, il 7° Gran Premio CEMAB di ciclismo che, partito da Bomporto e dopo aver percorso 182 chilometri in provincia, arrivava a Quarantoli e poi in Viale Gramsci, dove Marino Basso si aggiudicò la vittoria in volata.

Ad aprile, un mirandolese rimasto anonimo vinse 34 milioni all’enalotto (319 mila euro). A maggio, Sereno Malaguti, grazie alla schedina giocata dalla moglie Elina, vinse 10 milioni al totocalcio (94 mila euro).

La cultura non rimase a guardare. A inizio anno nacque il Club Cinefotografico mirandolese, presso l’oratorio in Via Cavour, seguito a marzo da un club di fotografi professionisti e dilettanti; la biblioteca comunale adottò il nuovo metodo di catalogazione “Dewey”, a scaffali aperti; gli allievi di Giovanna Menegari si fecero apprezzare al teatro Nuovo con la danza classica e sempre al Teatro Nuovo si svolse la stagione lirica e di prosa, che a febbraio presentò il “Barbiere di Siviglia”; a luglio si tenne il premio di pittura “Nazarena Smerieri”, organizzato dal gruppo d’arte Cavicchioli; a ottobre ci fu perfino un “Art Party”, presso la villa della pittrice Elice Razzaboni in Via Pascoli.

Su proposta del collegio dei professori, il Consiglio Comunale intitolò l’istituto tecnico commerciale a Giuseppe Luosi e ratificò a maggioranza una delibera di Giunta per l’istituzione di una colonia diurna estiva nel capoluogo per 80 bambini: era nato il futuro centro estivo “Arlecchino”.

Purtroppo, nonostante le fiere, l’annata delle angurie fu pessima. L’estate piovosa ritardò il primo taglio e di fatto ridusse di molto la durata della stagione commerciale. Alla fine, una parte dei circa 100 mila quintali di cocomeri dovette rimanere nei campi e fu sepolta al momento dell’aratura. A ottobre un capannone dello Zuccherificio, contenente seimila quintali di zucchero e polpa di barbabietola, fu colpito dalle fiamme, con danni intorno ai 30 milioni di lire (280 mila euro). Quell’anno chiuse definitivamente il trenino della SEFTA per le merci.

Per contro, a inizio anno ci fu l’inaugurazione dell’Hotel Pico e nel ’68 ci fu soprattutto il decollo del progetto del secondo villaggio industriale nell’area ex Iole, a nord di Viale Gramsci, all’altezza dello Zuccherificio, che a fine anno fu investito da una vertenza operaia sulla situazione e le prospettive degli stabilimenti e del settore. Intanto proseguiva la vendita delle aree per l’industria e l’artigianato della lottizzazione nord, sulla statale 12, alle ditte di Angelo Suffritti, Gianni Cappi, Oscar Pozzetti e Flaminio Braghiroli. A fine anno il Sindaco annunciò in Consiglio il passaggio del salumificio Montarsi alla Molteni, precisando che però il marchio storico sarebbe stato mantenuto.

A dicembre fu inaugurato a Gavello l’allevamento per la riproduzione di carpe e branzini, che copriva 12 ettari, impiegava 120 mila metri cubi di acqua e ospitava 22 mila pesci. Era stato promosso dal Consorzio di Burana, dalla Provincia, dalla FIPS e da una sottoscrizione dei pescatori provinciali.

Amministrazione e commercianti non vedevano invece di buon occhio l’arrivo di supermercati con capitali “forestieri” (tipo UPIM, STANDA e GAMMA) e così il 15 giugno si riunirono per dire che non volevano invasioni (e concorrenza). A Marzo il Ministero della Sanità stanziò 40 milioni per il restauro e l’ampliamento dell’ospedale Santa Maria Bianca.

Il Consiglio Comunale trattò la variante al piano di fabbricazione alle norme del regolamento edilizio, votò l’istituzione dell’Ufficio di Piano Comprensoriale, formato dall’arch. Paolo Sorzia per l’urbanistica e dal dottor Giorgio Riccioni per la statistica e, il 6 marzo discusse ancora una volta dello sviluppo industriale della città.

E gli studenti? Gli studenti che altrove avevano agitato le scuole e scosso i benpensanti? Nemmeno in questo caso i mirandolesi si lasciarono tagliare fuori e, se da un alto proseguirono con appuntamenti tradizionali e goliardici, dall’altro fecero sentire anche la loro voce alle autorità scolastiche e politiche.

A inizio ottobre organizzarono al dancing Garden un “Party Studentesco” dove elessero tre miss: Roberta Costa Bizzarri di San Felice “Reginetta” degli studenti, Loretta Magelli di Modena “Miss Tintarella” e Ombretta Mussini di Mirandola “Miss Eleganza”.

Nello stesso mese iniziarono però le proteste e gli scioperi nelle scuole superiori. Probabilmente le iniziative locali furono ben lontane dai livelli che raggiunsero all’Università e negli istituti superiori di Modena, come possiamo indirettamente dedurre dal fatto che negli appelli degli insegnanti prò o contro le occupazioni scolastiche, pubblicati dal Carlino, non figurano firme provenienti dagli istituti mirandolesi, ma ci furono.                                                                         ‘

Secondo il cronista della Gazzetta gli studenti “marinavano la scuola” con la scusa di protestare contro gli scioperi degli insegnanti. In realtà a dicembre furono ricevuti dalla Giunta comunale, perché sollevavano i problemi dell’edilizia e delle attrezzature scolastiche.

A fine anno la Giunta adottò un provvedimento d’urgenza per la mensa scolastica delle scuole superiori, con una convenzione con il Ristorante Pico. Il 7 gennaio del ’69 il Consiglio ratificò la decisione all’unanimità e poco dopo la convenzione mensa fu estesa al Ristorante Anderlini.

Tratto da: Storia di Mirandola – Politica e società nel Secondo Dopoguerra- 1946/2001

Autore Luigi Costi

Edizioni CDL

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2 comments on “1968 a Mirandola – Non solo tran tran
  1. Nicola

    scusatemi, io ho fatto la scuola dell’obbligo, ma secondo me c’è un errore.

    https://www.treccani.it/vocabolario/tran-tran/

    5 Maggio 2024 Reply
    • Fabrizio Artioli

      Vero, ho corretto, grazie.

      6 Maggio 2024 Reply
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