1931/1939 Cavezzo – Le Feste della uva

1931/1939 Cavezzo – Le Feste della uva

11 Gennaio 2024 0

Per circa un decennio (1931-1939) a Cavezzo vennero organizzate ma­nifestazioni folcloristiche denominate «Festa della uva».

Infatti il loro fine princi­pale era quello di mostra­re trionfalmente il frut­to più tradizionale e ab­bondante della nostra terra e di coronare con una festa allegra e spen­sierata gli splendidi risul­tati del duro lavoro degli esperti e rinomati agri­coltori Cavezzesi.

Il luogo nel quale i carri venivano allestiti e dal quale partivano, era casa Dugoni a Villa Punta.  Essi percorrevano poi la Via Provinciale, sostavano a Villa Rebucci ( dove venivano scattate le foto ricordo) e poi naturalmente attraversavano le vie principali del paese, per raggiungere infine la piazza centrale.

Qui venivano distribuiti piccoli cestini d’uva bianca o nera di prima scelta.

Questi cestini, detti «boss», venivano confezionati appositamente da un artigiano di Disvetro e venivano ceduti in cambio di un’offerta libera.

Il ricavato veniva utilizzato per coprire le spese d’organizzazione, ma molto spesso era superiore al necessario : in questi casi, il rimanente era devoluto a opere di benefi­cenza; una volta il denaro rimasto servì a pagare il costo dei lavori di completamento della gradinata della chiesa.

Non erano certamente feste riservate ai ragazzi o solo agli organiz­zatori: tutti vi partecipavano, dai più piccoli ai più anziani e tutti con lo stesso entusiasmo

Tali feste avevano ampia risonanza anche nei paesi e nelle frazioni vicine, e per questo moltissima gente gradiva parteciparvi.

Quest’anno non si è badato a spese! Si è costruita addirittura una casa viaggiante, che caratterizzerà infatti una delle feste meglio riuscite.

Le signorine Cavezzesi sono ben liete di sfoggiare i loro vistosi co­stumi folcloristici già da parecchio tempo preparati per l’occasione.

Per la buona riuscita di queste feste, era una perfetta organizza­zione quella di «Mimi» (Anna Rebucci) che si mostrò sempre effi­cientissima coordinatrice.

Si preparavano carri rustico-campagnoli, con grandi «Boz» pieni di meravigliosi grappoli scelti e rivestiti di splendidi pampini.

Le “Feste dell’uva” organizzate con lo stesso entusiasmo fino all’autunno del 1939, con l’avvento della guerra, cessarono.

Subito dopo la guerra si cercò di riorganizzare queste «feste» tradi­zionali, ma purtroppo la popolazione non le accolse più con l’entu­siasmo d’un tempo e le «Feste dell’uva scomparvero dal folclore Cavezzese.

Tratto da: Cavezzo attraverso le immagini e la storia antica – Collana di raccolte fotografiche, indagini e commenti nei tempi.

A cura di Arrigo Barbieri

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