Pianta di San Felice sul Panaro nel secolo XVIII
Pianta di San Felice sul Panaro nel secolo XVIII
Litografia acquerellata, in folio, mm 580 X 400, di G. Pizzolotti, sec. XIX. Titolo su due righe, al di sopra del margine superiore.
Mostra la pianta in alzato del Castello e della Terra di S. Felice, fortezza modenese già oggetto di contese tra Modena e Bologna e, specie nel secolo XIV, tra i Pico, i Pio e gli Estensi. Sono evidenziati gli elementi urbanistici essenziali che ancora caratterizzano il paese: da una parte la Rocca di Bartolino da Novara, il breve giro delle mura rafforzate da 5 piccole torri, la chiesa parrocchiale; dall’altra un piccolo gruppo di case, sorte “extra moenia” ma protette dalla rocca e circondate, come il castello, da un canale e da prati. Sui prati di destra, sorgono diverse case, con orti e cortili, che già costituiscono un borgo, che presuppone e “prepara” l’avvento e la configurazione del futuro paese. Il nord è in alto.
Edita nel secolo XIX dall’Azienda litografica di G. Pizzolotti di Modena, che dice di averla ripresa da un’originale del secolo XVIII (1796), allora conservato in ASMo, Doc. XXI.
S.Felice sul Panaro.
Perché, circa alla metà del secolo XIV il Panaro venne immesso nel Naviglio o Canale di Modena, toccando così, tra Bomporto e Finale, anche la località di S. Felice. Per questo stesso fatto il Panaro, in parte del territorio ferrarese e a Finale, venne chiamato per lungo tempo anche canale di Modena o dei modenesi.
Tratto da: Stampe e disegni della Mirandola – Dal Secolo XVI al Secolo XX
Autore: Vilmo Cappi
A cura della Cassa di Risparmio di Mirandola
Anno 2005