La Bici degli Antichi Mestieri di Giorgio Meschiari – La bici dell'idraulico (Al stagnin) – Cap. XI
La bicicletta dell’idraulico (al stagnin)
Di Maurizio Bonzagni
Le prime tubazioni per portare l’acqua all’interno delle case negli anni ’20 erano in piombo, fondendo dello stagno per saldarle, per questo l’idraulico era al stagnin. Poi si fecero in ferro filettato e infine con l’aumentare del benessere degli anni ’50 rubinetti e bagni raggiunsero tutte le case e le tubazioni divennero cromate in zinco, si smise perciò di saldare a stagno ma l’appellativo con cui era noto l’idraulico è tutt’ora vivo nel nostro dialetto.
L’acqua in tutte le case fu un’autentica rivoluzione, fino ad allora le latrine, o meglio i cessi, erano esterni all’abitazione, spesso comuni a più famiglie con pareti ricavate da fascine di stocchi di granturco e porte di fortuna legate con filo di ferro. In inverno ci si lavava in una tinozza di legno in dal ballador, l’ambiente chiuso che usufruiva del calore della stalla adiacente, dove ci si ritrovava anche a fare filò e in occasioni speciali a fare festa, toppandosi un po’ il naso.
La bicicletta di Giorgio è una vera bicicletta del mestiere, utilizzata per anni dallo stagnin di San Martino Spino, Natale Greco, bisnonno di un idraulico in attività nello stesso paese che così ancora oggi tramanda il mestiere di famiglia e che con gioia ha ceduto la vecchia bicicletta perché entrasse a far parte della collezione delle Bici degli Antichi Mestieri di Giorgio.
Gli utensili raccolti nella sacca di cuoio, che mostra tutta la sua veneranda età con i segni delle tante esperienze vissute, è uno spettacolo di antichi arnesi. Chiave inglese a martello, forbici taglia lamiera, pinze e tagliatubi studiate per tubi in piombo, stoppa, saldatore Bunsen con lanciafiamma per lo stagno e persino qualche tubo in piombo, oggi quasi introvabili se non in vecchie case in demolizione. Attrezzi riconoscibili, precursori di quelli moderni, elementari ma robusti, che non tradivano lo stagnin al momento del bisogno.
Una bici normale, povera ma funzionale, senza marca, che ha percorso le valli di San Martino Spino tanti anni fa e… chissà le cose che avrebbe da raccontarci.