Detti e proverbi – Fin a Nadâl, tutt i caion igh san rivâr.
Fino a Natale tutti i coglioni ci sanno arrivare.
I contadini dovevano essere molto accorti nel risparmiare il nutrimento per loro e per gli animali, per non trovarsi in difficoltà durante i lunghi mesi invernali. Arrivare a Natale non era un problema, i raccolti erano terminati da poco, la polenta non mancava, il vinello leggero ottenuto dalla lavatura delle vinacce era ancora disponibile.
Ma l’inverno era solo all’inizio; per resistere “autarchicamente”, senza spendere, fino alla primavera ventura, bisognava aver provveduto per tempo alla preparazione di prodotti “a lunga scadenza”.
La frutta ridotta a marmellata o “savòr”, i prodotti dell’orto sotto aceto, le fette di mele essicate nel forno dopo la cottura del pane, infilate in uno spago e appese alle travi del soffitto , le uova sotto calce (in calsina), il burro in fresco.
Poi, dopo l’uccisione del maiale, era necessario provvedere a conservare lo strutto e il grasso in adeguati recipienti nella cantina più fresca, i salami venivano messi a riposare sotto la cenere affinché potessero durare più a lungo. Insomma le mansioni e le operazioni da compiere erano innumerevoli e sotto la guida esperta e capace del “razdòr” c’era da fare per tutti i componenti della famiglia.
Il proverbio non è caduto in disuso e lo si sente pronunciare ancora oggi; naturalmente ha perduto il suo significato originario ma viene usato per indicare abilità, accortezza, intelligenza, previdenza di qualcuno impegnato in una attività imprenditoriale
Tratto da: I Sold, La Roba
Autori: Giuliano Bagnoli – Sandro Bellei