La Maestra di Chitarra
Siamo nei primi anni del novecento , nelle piazze durante il mercato e nelle fiere giravano i cantastorie, accompagnati da una chitarra o semplicemente cantando, illustravano le loro zirudelle, fatti accaduti realmente, o brevi racconti dove le protagoniste eran suonatrici di vari strumenti, di solito chitarre o clarinetti, deliziando un pubblico soprattutto maschile. I sottintesi si sprecano.Questa è una di quelle
Io mi chiamo la bella Ninetta
Suonatrice di grande talento.
Non vi è cosa più dolce e diletta del sentirmi suonar lo strumento.
E col mio far giocondo io da cima a fondo vo girando il mondo
E ognuno fo’ incantar
Se la chitarra mi metto a suonar
E trovandomi qui di passaggio
Voglio darvi un bellissimo saggio
Per qualcun che volesse lezione.
Toccate in cortesia la chitarra mia,
E’ una leggiadria
E’ una rarità,
Solo a toccarla
Ch’effetto vi fa!
Appena che voi la toccate
Grande smania vi vien di sonarla,
Le sue corde poi pizzicate
Più non siete capaci a lasciarla.
Un giorno il mio Galletto
La toccò un pochetto
E gli fece un effetto che non so spiegar,
Ma da quel giorno sta sempre a suonar
Fui stimata maestra valente
Quando un di volli dare accademia,
e pel manico poi specialmente,
dei miracoli ho fatto in Boemia.
Ho tale una maniera
Per la mia tastiera
Che da mane a sera
Posso solfeggiar,
Ma la mia mano
Non si può stancar.
Se qualcuno volesse lezioni
In mia casa mi venga a trovar
Che in un’ora due o tre posizioni
Io son certa di fargli imparare.
Vedrà che in un momento
accordo lo strumento
e poi con gran talento
Io lo metto in la,
Poi in dò maggiore
E poi sul sol-fa.
Quanto dissi mi sembra che basti,
Ch’io del resto le mani conduco,
La sinistra si porta sui tasti
E con la destra si batte sul buco
E ad ogni mio segnale
Sempre a tempo uguale
La corda centrale
Batter si dovrà,
In due battute
Si deve impara’
Dopo avuta la prima lezione
Per la dolce e gentil melodia
Nel suonar ci si mette passione
Che in taluni diventa follia.
Con lo strumento in mano
Tutto il giorno sano
Suonano pian piano
E a forza di suonar
Più di una corda
Si viene a spezzar.
Per poterla suonare con gusto
Come fosse un’armonica o un piano
E’ più adatto un bell’uòmo robusto
Perchè ai vecchi gli trema la mano.
Non si faccia pregare
Chi vuole imparare
A saper suonare
In casa mia verrà
Che per due lire
Lezione si dà.
Tip. M. Artale. via Ospedale. N. 8 — Torino. |
A spese di PETRINO GIUSEPPE