Bello a sapersi – Il naviglio Mirandola – Concordia – Maurizio Bonzagni
Chimico, nato a Mirandola nel 1958, ha lavorato a lungo come responsabile vendite presso una multinazionale di materie plastiche ma è soprattutto un appassionato di storia locale di cui è da anni un attento lettore. Dopo aver arricchito la propria biblioteca di numerosi testi su Mirandola e la Bassa Modenese e raggiunta recentemente la pensione ha iniziato la collaborazione con Al Barnardon per condividere e contribuire a divulgare la splendida storia delle nostre terre, spesso sconosciuta o ignorata da molti dei suoi stessi abitanti.
Incisione su rame. 1704-05
Il naviglio Mirandola – Concordia
Nel 1602 il Signore di Mirandola era Alessandro I Pico, terzo di tre fratelli, destinato alla carriera cardinalizia dovette togliersi le vesti talari alla morte dei fratelli maggiori. Regnò 35 anni, fino all’età di 71 anni.
Con lui il feudo venne elevato a Ducato, premiato con la massima onorificenza spagnola del Toson d’Oro, fece costruire un Nuovo Palazzo Ducale all’interno del castello con un enorme terrazzo che guardava la piazza per le grandi occasioni, fu costruita la bella Chiesa di S. Maria Maddalena nello spazio oggi occupato dalla Cassa di risparmio e iniziò la costruzione del capolavoro barocco della Chiesa del Gesù.
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Lo stato aveva raggiunto uno dei suoi massimi momenti di splendore, Concordia con i suoi mulini era un florido centro commerciale che trainava l’economia del Ducato, con un porto sul Secchia che garantiva uno sbocco veloce al Po e ai mercati di tutto il nord d’Italia.
Il fiorire delle attività portò il Duca nel 1615 a realizzare un canale navigabile che collegava Mirandola a Concordia con un percorso rettilineo, velocizzando il trasporto di materiali e persone. In breve tempo da Mirandola si poteva raggiungere in barca Venezia e le merci raggiungevano Mirandola dal resto d’Italia trainate dagli argini da buoi e cavalli in controcorrente, con minor costo e maggiore sicurezza rispetto alle vie di terra, più esposte all’attacco di briganti.
Un cavallo traina una barca per risalire un canale o un fiume con una resa di 1 a 500 rispetto ad un cavallo da soma via terra.
Affiancato al canale fu costruita una strada corriera, inghiaiata per usarla tutto l’anno ed essere percorsa dai cavalli per il traino delle merci, sostituendo i più vecchi collegamenti tra i due paesi per Fossa e per San Possidonio.
Un naviglio che congiungeva i due paesi ricavato dall’allargamento dell’antico canale che portava l’acqua del Secchia alle fosse che circondavano Mirandola, la Smirra, alimentato dal fiume attraverso una chiavica regolatrice a monte di Concordia.
Dal punto di imbarco di Mirandola presso il Rivellino, il baluardo esterno alle mura che difendeva la porta della città, si arrivava a Concordia, attrezzata con una banchina di sbarco e imbarco che si inoltrava nel paese perpendicolarmente al canale fin quasi al palazzo Corbelli. L’odierna via 1° Maggio nasce dal suo successivo interramento. Il livello del Secchia era troppo alto a Concordia per consentire un naviglio in diretta comunicazione con il fiume, dall’imbarcadero si trasbordava perciò al porto fluviale, all’altezza dell’attuale ponte per Novi.
Ponticelli mobili o precari permettevano il passaggio tra le due sponde del canale, non molti per non ostacolare troppo la navigazione. Uno alle porte di Concordia, un ponte di legno per far proseguire la strada da Fossa verso il porto sul Secchia, uno all’ingresso di Mirandola e pochi altri, tra cui Ponte della Coradina e Ponte Bernardi. Il Canale di Quarantoli, un canale per lo scolo delle acque che attraversava il percorso del naviglio, fu fatto passare al di sotto di esso con una piccola botte. I toponimi arrivati fino a noi di Ponte del Traghetto e Ponte della Rovere sono invece relativi ad attraversamenti della strada corriera su altri canali.
Poi la guerra dei trent’anni tra Francia e Impero Asburgico sconvolse la penisola e portò la Peste narrata dal Manzoni del 1629, con 4.500 morti su una popolazione del ducato stimata di 14.000 abitanti. L’abbandono della coltivazione dei terreni fece poi seguire una profonda carestia e anni di fame e miseria, gli anni più bui della Bassa Modenese.
Crisi ben gestita dal Duca che portò ad una nuovo e ancor maggiore fasto del Ducato con il suo successore, il nipote Alessandro II.
Il Naviglio di Mirandola o Canale della Concordia o, più popolarmente, Cavana smise la sua importanza con l’abbandono delle città fortificate e nel 1787 si procedette al suo interramento per ordinanza dei nuovi Duchi, gli Este di Modena.
Tracciato ricalcato oggi in gran parte dalla dritta via per Mirandola.
- MESSORI, G. DOTTI MESSORI, Il territorio agricolo ed urbano nei comuni di S. Possidonio e Concordia sulla Secchia: sviluppo, fasi di trasformazione e loro interazioni, in “Mirandolae le terre del basso corso del Secchia”, Atti del convegno, Aedes Muratoriana, Modena 1984.
- CALZOLARI, Toponomastica storica del comune di Mirandola. Il territorio e la città, Gruppo Srudi Bassa Modenese, Biblioteca n. 28, Finale Emilia 2008..
- CALZOLARI, L. BONFATTI, Idrografia medioevale del territorio di S. Possidonio, in «Quaderni della Bassa Modenese», n. 36, Finale Emilia 1999
- GHIDONI, Bisogno, pregiudizio e potere: questioni di acque tra i Pico e i Gonzaga nel territorio di San Possidonio, in “Quaderni della Bassa modenese”, n. 36, Finale Emilia 1999.
- CAPPI, Stampe e disegni della mirandola. Dal secolo XVI al secolo XX, Cassa di Risparmio di Mirandola, Finale Emilia 2005
- PELLEGRINI, I Navigli e la rete idrografica negli antichi ducati estensi di Modena e Reggio, in «Vie d’Acqua nei Ducati Estensi», Cassa di Risparmio di Reggio Emilia, Cinisello Balsamo (MI) 1990.
- BELLINI, Concordia sulla Secchia, dalle origini all’unità d’Italia, Cavezzo 1968.
Liberamente tratto dal libro di Maurizio Bonzagni:
“Mirandola e la Bassa Modenese – Storia di una capitale dall’Alto Medioevo a Città di Provincia”
Edizioni: Al Barnardon
Il libro è in vendita nelle edicole e librerie di Mirandola, a Concordia, San Possidonio e Cavezzo.
€ 15.00