Video S.O.M – I Fenicotteri rosa nella Bassa Modenese
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23 agosto 2022: S.O.M – I Fenicotteri rosa nella Bassa Modenese
Nella mattinata del 23 agosto u.s. sono stati avvistati 25 Fenicotteri rosa nelle vasche dell’ex zuccherificio di Crevalcore; nel pomeriggio 24 si sono trasferiti in un area umida di Mirandola, vicina all’Oasi Valdisole di Concordia dove, alla fine degli anni 80, fu documentata la prima presenza per quel territorio di un giovane Fenicottero. Altre sporadiche osservazioni sono state fatte, mai però un numero così importante. Da rilevare che dal 2000 i Fenicotteri si riproducono, con alterne fortune, nelle zone umide di Comacchio, Ravenna, Rovigo.
Il nome fenicottero deriva dal greco phoenix (porpora ) e pteron (penna), ma non tutti i fenicotteri sono rosa. Infatti questa colorazione è data da crostacei ricchi di pigmenti carotenoidi di cui si nutrono i Fenicotteri. Questi curiosi uccelli col loro becco, il cui interno presenta lamelle simili ai fanoni delle balene, filtrano decine di litri di acqua ogni ora, trattenendo piccoli crostacei, invertebrati acquatici e loro larve ed uova: la lingua funziona come una pompa che espelle l’acqua con rapidi movimenti( 4 ogni secondo); ne consegue che i soggetti anziani che hanno introdotto più pigmenti sono più rosa rispetto ai giovani che al posto del rosa presentano una colorazione di fondo grigiastra.
La natura ha anche dotato questi animali di un sistema circolatorio del sangue molto particolare: pensate cosa ci accadrebbe se rimanessimo ore con la testa bassa come fanno i fenicotteri. Ebbene i fenicotteri lo possono fare grazie ad un complicato sistema di compensazione della pressione del sangue.
I fenicotteri vivono sino ed oltre 30 anni e diventano sessualmente maturi verso i 4 anni.
I giovani e gli immaturi sono erratici e a volte abbandonano i siti costieri e visitano zone umide all’interno: questo è il caso che si è verificato a Mirandola dove si riconoscono giovani con colorazioni grigiastre e soggetti che presentano già colorazione rosa, ma non marcata come si può notare in soggetti più anziani.
Antonio Gelati
Medico Veterinario e Naturalista
Giuseppe Cattabriga
Se la presenza di questi magnifici uccelli si rivelasse non occasionale, si potrebbe pensare di applicare tecniche di concimazione organica per incrementare la catena alimentare delle acque. L’arricchimento, nell’ambiente lacustre, di alghe verdi unicellulari e crostacei (principalmente Daphnia pulex ) oltre ad aumentare la disponibilità alimentare per i fenicotteri, essendo ricchi di pigmenti carotenoidi, ne favorirebbero la caratteristica colorazione rosa. La Dafnia nel passato si trovava con facilità in tutti i luoghi dove c’era dell’acqua, e in particolare si rinveniva in abbondanza nei maceri per la macerazione della canapa. Alimento prediletto del pesce gatto, ne determinava la caratteristica colorazione gialla.
26 Agosto 2022Antonio Gelati
I fenicotteri sono uccelli che normalmente vivono in vicinanza di lagune costiere e preferibilmente nei grandi delta fluviali. le prime sporadiche segnalazioni nell’entroterra italiano risalgono al 1914 a Varese con 12 individui,a Brescia con 7 nel 1977.
27 Agosto 2022Risale al 1993 la prima nidificazione in Italia (Sardegna). nel 2000 nell’Alto Adriatico. Le numerose presenze nelle lagune costiere di Emilia Romagna e Veneto fanno sì che sporadicamente giovani si possano vedere nell’entroterra. Prevedere cosa possa succedere in futuro è difficile, visto anche il cambiamento climatico in atto. Quindi fare previsioni su di una loro costante presenza è un azzardo. Sui maceri concordo che erano un prezioso biotopo complesso, ma stabile nel tempo, con presenze interessanti. Le aree di ripristino sono invece molto instabili perché hanno molta acqua in inverno e primavera e sono quasi secche in estate. sarebbe interessante fare uno studio sulla microfauna e presenza di Dafne, che è il cibo preferito dai fenicotteri. Sulle alghe non sono preparato: sicuramente la torbidità delle acque causata dal limo in sospensione non ne permette lo sviluppo dato che hanno bisogno che i raggi solari arrivino in profondità. Perché le acque siano da alcune decine di anni diventate sempre più torbide non so. Sulle alghe unicellulari e come favorirne la presenza idem. Certo il commento è un invito a studiare meglio gli aspetti microscopici delle aree di ripristino. Grazie per l’osservazione.