Questa siccità e questo cambiamento climatico quanto incidono sulla biodiversità della nostra Bassa?
La domanda l’abbiamo posta ad Eleonora Tomasini che ringraziamo per la sua solerte e dettagliata risposta.
Sicuramente gli animali che ne risentiranno maggiormente saranno quelli che vivono lontano dai centri abitati, più schivi e timorosi nei confronti degli uomini.
Gli uccelli e la microfauna che invece si è abituata a vivere negli spazi fortemente antropizzati ne risentirà meno dato che in città o nelle campagne limitrofe le fonti d’acqua si possono comunque trovare. Per questi animali è sempre consigliato d’estate lasciare un sotto vaso con dell’acqua con all’interno un sasso per potersi posare, nel nostro giardino, da pulire quotidianamente. Gli uccelli, gli insetti e la microfauna come ricci e topolini ringrazieranno!
Gli animali che possono compiere lunghi spostamenti, possono cercare fonti d’acqua anche di origine antropica (es canali di irrigazione), e saranno meno svantaggiati. Sicuramente, l’impatto maggiore di questa siccità lo subiranno quelle specie strettamente legate agli ambienti acquatici, in cui parte dei loro cicli dipendono esclusivamente dalla presenza di acqua. Parlo della già minacciatissima fauna minore: rane, tritoni, testuggini, rospi, gamberi e insetti come libellule, gerridi, coleotteri ecc. i quali oltre alla fatica per trovare ristagni di acqua dolce, devono ora vedersela anche con la gestione idrica dei canali di irrigazione, che vede prosciugare le già poche aree umide che ci sono, per dirottare l’acqua all’agricoltura.
Al Centro recupero fauna selvatica “Il pettirosso” è già arrivata una spatola (uccello di altissimo pregio naturalistico) affetta da botulino, una malattia scatenata dalla tossina di un batterio che prolifera nelle zone stagnanti poco profonde dove quindi si riscalda il suolo e aumenta la produzione di questa tossina da parte del battere. Queste fluttuazioni dei livelli idrici nelle aree umide della nostra zona sono dovute, come dicevo prima, anche al calo degli apporti d’acqua destinati a queste aree. Ovviamente i danni saranno tantissimi, pensiamo per esempio agli uccelli che hanno bisogno di acqua per costruire il nido dove allevare la prole, senza acqua i nidi galleggianti diventano facile bersaglio dei predatori. Tuttavia le previsioni future disegnano questa situazione non più come “anomala” ma come la nuova realtà che dovremmo aspettarci, la selezione naturale (per quanto se ne possa ancora parlare in un mondo estremamente antropizzato) dovrà fare la sua parte, permettendo, a chi sa adattarsi,di sopravvivere.
Eleonora Tomasini