Cardiochirurgia ungherese-1970 1973

Cardiochirurgia ungherese-1970 1973

8 Marzo 2015 0

Cardiochirurgia ungherese 1970-73

Ovviamente l’abbandono della Dasco per la Bellco significava rinunciare ad una ulteriore espansione della promozione di prodotti cardiochirurgici ,che restavano appannaggio della Dasco .(1)La promozione aveva dato risultati decisamente buoni in particolare in Ungheria (aiutato nell’introduzione dall’eccellente Nizsalovszky) e in Jugoslavia . Bentley cercò anche di convincermi a lavorare per loro direttamente, abbandonando ogni contatto mirandolese, ma questo non mi andava, anche perché conoscevo già abbastanza i sistemi e la mentalità americana, che era lontana mille miglia dalle problematiche dei paesi esteuropei  e dalle loro timide aperture commerciali: alla prima difficoltà mi sarei trovato “a piedi”.

In Ungheria conobbi personaggi veramente abili e capaci, che anche grazie al nostro modesto contributo fecero fare un balzo in avanti alla loro pratica chirurgica (altri paesi erano ancora “acerbi” e sarebbero partiti più tardi: per es. l’URSS e la Polonia).

Al Centro Nazionale di Cardiologia c’era l’affabilissimo Dott. Lozsady, che poi divenne responsabile del centro di cardiochirurgia pediatrica più importante del paese. Lui fu in assoluto il primo cardiochirurgo ungherese con cui feci conoscenza, al Congresso Internazionale di Cardiochirurgia di Londra del 1970. Il Dott. Szabo era allora il valido primario di questo centro.

Prof Jozsef Kudasz
Prof Jozsef Kudasz
Dr Bodor Elek cardiochirurgo ungherese
Dr Bodor Elek cardiochirurgo ungherese
Prof.Pellegrini
Prof.Pellegrini

In un’altra clinica di Budapest c’era lo straordinario Prof. Kudasz, che parlava un eccellente italiano, perché era stato medico di bordo su una nave passeggeri italiana prima della guerra. Era un dotato violinista, e mentre era in visita al Prof. Pellegrini al Niguarda a Milano (era il nostro faro e centro di qualità per eccellenza, dove portare tutti i nostri ospiti stranieri:Pellegrini era una persona estremamente cordiale ed ospitale) mi diede l’indirizzo di un liutaio milanese. Arrangiai un appuntamento con lui per il giorno dopo, e il colloquio fu tra esperti, con mio grande interesse.

Durante una mia visita a Budapest nel brumoso autunno Kudasz mi portò a quello che era il ristorante allora per eccellenza (non era ancora turisticizzato): il Matias Pince. Lì suonava la migliore orchestra tzigana di Budapest, quella di Sandor Lakatos , e Kudasz si lanciò in un bellissimo duetto violinistico con Lakatos , che evidentemente era suo amico.

Tra i suoi collaboratori c’era l’allora giovane Dott.Elek Bodor , che poi divenne il responsabile del centro e che purtroppo non potè mai godere a pieno della nostra ospitalità in Italia , perché alla fine della sua prima visita presso il Prof. Pellegrini fu sequestrato in quarantena dalle autorità jugoslave per l’epidemia di vaiolo che imperversava, e durante la seconda visita –come turista- in Italia a Genova fu derubato di ogni avere.

L’altra punta di diamante della cardiochirurgia ungherese era a Szeged, e lì il gentilissimo e ospitalissimo dott. Kovacs ci aiutò moltissimo poiché fu fin dall’inizio un convinto  utilizzatore  del nostro materiale, e anche in anni successivi ,quando la situazione commerciale era cambiata moltissimo, al primo segnale di un ritorno di fiamma della cardiochirurgia mirandolese con la Dideco lui fu ben lieto di ricominciare ad usare i nostri prodotti.

Per mezzo di lui conobbi anche il Prof. Gàl, direttore del centro trasfusionale e del centro di emodialisi di Szeged, con il quale intrattenemmo rapporti molto proficui in futuro.

Eh già, perché la nostra introduzione nei centri di cardiochirurgia ci servì per passare poi alla promozione della emodialisi, e anche dei prodotti trasfusionali

(1) Anche se debbo aggiungere che ,dato il disinvestimento di Bentley, poco dopo i prodotti cardio mancarono pure alla Dasco