Giovanni Pico – Le Tesi incriminate
Seguito del capitolo: Giovanni Pico – Il “Discorso della dignità dell’Uomo”
Se il grande convegno che Pico aveva disegnato di indire a Roma non si svolse, fu perché tredici di quelle novecento Tesi che egli aveva formulato, e in cui aveva condensato il sapere teologico del tempo e le sue opinioni in proposito, furono condannate dalla Curia romana. Tredici su novecento non sono molte, ma per bloccare quel convegno bastavano queste tredici, per cui la Commissione che le esaminò – formata di 15 membri, fra cui cinque vescovi – non sostò molto sulle altre.
Nella premessa, Pico avverte che “l’autore (cioè lui) non ha adottato un latino puro, ma quello più diffuso a Parigi perché è usato da quasi tutti i filosofi del nostro tempo”.
Nella seconda parte, in cui Pico elenca le sue opinioni, c’è questa dichiarazione cautelativa di rito: “In tutte queste Tesi nulla io affermo come certo o probabile se non nella misura in cui lo ritiene vero o probabile la sacrosanta Chiesa Romana e il suo benemerito capo, il Sommo Pontefice Innocenzo VIII’. E conclude, un po’ troppo retoricamente e, come vedremo, anche poco sinceramente: “Non sottomettersi al suo giudizio è da dementi”.
Per curiosità, elenchiamo le tredici Tesi incriminate, e il giudizio che ne fu dato. I teologi sono d’accordo nel riconoscere che qualcuna è veramente eretica, che alcune sono soltanto “bizzarre”, ma che le altre sono “corrette”. C’è da tenere conto, però, delle sottigliezze esasperate della teologia al tempo di Pico.
Le Tesi incriminate
“L’anima di Cristo, che durante i tre giorni in cui il suo corpo rimase nel sepolcro discese all’Inferno, non vi ha potuto dimorare realmente, come sostiene Tommaso d’Aquino, ma solo simbolicamente.” Giudicata falsa, erronea ed eretica.
“Un peccato mortale limitato nel tempo non può essere punito con una pena eterna”. Giudicata “falsa, erronea ed eretica”.
” Non si deve adorare né la Croce di Cristo, né alcuna altra immagine, perché sarebbe idolatria“.Giudicata “scandalosa, offensiva per orecchie pie e contraria alla consuetudine”.
“Dio non può assumere una natura qualunque, ma soltanto una natura razionale”. Giudicata “di sapore eretico”, sebbene sia paradossale che Dio possa assumere, per esempio, la natura del diavolo.
“Non è nel libero potere dell’uomo credere che un articolo di fede sia vero o falso in base al proprio interesse, ma soltanto in base a un giudizio razionale”. Giudicata “erronea e sospetta i eresia.
“E’ più ragionevole pensare che Origine, che errò, ma morì martire della fede, sia salvo e non dannato”. Giudicata temeraria e riprovevole :con sapore d’eresia.
“Nessuna scienza può convincerci della divinità di Cristo più della magia naturale e della cabala”. Giudicata falsa, erronea ed eretica.
“La dottrina della transustanziazione (il convertirsi della sostanza del pane e del vino in quella del corpo e del sangue di Gesù durante l’Eucarestia va intesa nel senso che la potenza di Dio rende possibile l’esistenza del pane anche se la sua essenza si è convertita nel corpo e nel sangue di Gesù.” Giudicata falsa ed erronea.
“Se si adotta la dottrina corrente secondo la quale Dio può assumere la natura di qualunque cosa creata, il corpo di Cristo non può essere presente sull’Altare senza la mutazione della sostanza del pane.” Giudicata erronea.
“L’espressione ‘Questo è il mio corpo” detta dal sacerdote durante l’Eucarestia deve essere interpretata materialmente come se la dicesse Cristo, non simbolicamente.” Giudicata scandalosa e contro l’opinione comune della Chiesa.
“I miracoli di Cristo sono una prova certa della sua divinità, non a causa dei fatti in sé, ma per il modo in cui furono compiuti”. Giudicata ambigua.
“E’ più improprio dire che Dio è intelligente, data la sua infinita trascendenza, che attribuire razionalità agli angeli” Giudicata falsa e di interpretazione eretica.
“L’anima conosce direttamente se stessa per una comprensione intima, diretta e permanente (autocoscienza )”. giudicata “falsa”.
Tratto da : Quei due Pico della Mirandola – Giovanni e Gianfrancesco.
Autore : Jader Jacobelli
Editore Laterza
Anno : 1993