Fatima Miris – Gli Esordi
Eleonora Duse
Nel 1894 Eleonora Duse è impegnata in alcune recite al Teatro Bellini di Palermo. Nel contempo promuove un concorso fra giovani aspiranti desiderose di dedicarsi all’arte drammatica. Maria partecipa e primeggia interpretando la figura maschile del prete nel “Cantico dei cantici” del Cavallotti. La ragazzina ha solo dodici anni e non appena la Duse la sente recitare chiede ai familiari di poterla seguire nella disciplina artistica, in quanto intravede in lei un percorso da grande attrice.
Il padre, che ha in mente tutt’altro per il futuro della figlia, rifiuta decisamente perché desidera che intraprenda l’insegnamento come professoressa di matematica. Prima del commiato la Duse desidera conoscere il motivo per cui Maria avesse scelto di interpretare la figura maschile del prete e non quella femminile di Pia che, in quanto donna, sarebbe stata più facilmente interpretabile. Maria risponde candidamente che la scelta è dovuta al fatto di apprezzare maggiormente la personalità maschile più forte e decisa.
Il padre non ritiene opportuno, così come già detto, che una donna si dedichi ad attività artistiche, non perché sia avverso all’arte in se stessa, lui stesso è musicista e compositore di operette, ma in quanto Maria avrebbe dovuto subire il pregiudizio della gente, a partire dai parenti. Tuttavia Maria, pur non avendo ancora individuato in quale ambito cimentarsi, aspira a un futuro artistico e non certo come insegnante tra i banchi di scuola.
A sedici anni consegue il diploma di maestra e il padre la premia iscrivendola alla filodrammatica Bombara di Palermo dove, in breve tempo, ricopre il ruolo di prima attrice in diverse rappresentazioni. Capisce di essere particolarmente tagliata per questo tipo di attività e che quella del teatro potrebbe essere la sua strada.
Fregolismo
Un giorno il padre rientra a casa con quattro biglietti per assistere ad una recita del trasformista Leopoldo Fregoli al Teatro Politeama. Al termine dello spettacolo si reca in camerino affinché Maria possa conoscere personalmente il grande trasformista. Fregoli accarezza la ragazzina, le regala dei cioccolatini e le improvvisa una scenetta, cambiando le voci,
ora interpretando un vecchio avaro, ora la Fatina azzurra di Pinocchio. Maria, una volta a casa, vuole provare e riprovare la scenetta tante volte al punto da preoccupare i genitori.
È il 1900. Da questo istante Maria si rende conto di come sia possibile fare teatro in modo originale, esprimendosi con ciò che più ama: il travestimento. Dissipati tutti ì dubbi dalla sua mente, informa la mamma che avrebbe fatto la trasformista.
Tratto da “Fatima Miris – Vent’anni di trasformismo per le vie del mondo”
Autore Livio Marazzi – Casa Editrice “Al Barnardon” anno 2017