Doveva essere un personaggio davvero singolare Augusto Raimondi (prozio del Prof. Luigi Girati).

Quarantanni prima della sua morte scrive il testamento e lascia  disposizioni per li suo funerale.

Non vuole preti ma gli amici di “Francia Corta, con una bottiglia di vino da bere durante il tragitto, con o senza bicchiere.

Mirandola li 22 agosto 1901.

Il sottoscritto, volendo disporre quando il proprio corpo sarà reso cadavere, ordino e voglio essere sepolto nel camposanto e possibilmente a 50 centimetri di più del normale, ed anche di più se la legge lo permette.

In quanto al trasporto del mio corpo, intendo e voglio che l’accompagnamento della cassa all’ultima dimora sia fatto modicissimo, senza sfarzo e senza preti soprattutto.

Oppure tutti ,nessuno escluso e senza compenso.

La bara deve essere trasportata anziché dal carro, da quattro amici della umoristica e ridente “Società di Francia Corta”, della quale io faccio parte, con una bottiglia di vino da bere durante il tragitto, con o senza bicchiere, questo resterà a loro piacimento.

Non so poi se morrò per malattia oppure con altri mezzi, nel qual caso, del brutale atto che da me starò per compiere, o di già eseguito, domando anzitutto perdono alla mia dilettissima consorte, se mi sopravviverà, Marini Maria, e lascio inoltre un saluto al rimanente della famiglia tutta ed amici.

I mobili ed oggetti esistenti in casa mia, all’epoca del mio decesso, li lascio tutti alla mia suddetta consorte essendone essa la vera e reale proprietaria.

A mio esecutore testa mentale nomino il mio carissimo amico Panzani Giuseppe fu Carlo ed, in caso che questi dovesse premorirmi, il Signor Angelo Rag. Pelloia.

L’epigrafe sulla fossa deve essere così concepita:

Augusto Raimondi che nacque il 24 marzo 1866 e morì il….. senza il proprio consenso.

Tanto in fede, approvando la cancellatura di una parola all’ottava riga della presente pagina.

Chiuso alle ore undici mi firmo

Augusto Raimondi.