Mura e bastioni della Mirandola

Mura e bastioni della Mirandola

5 Marzo 2015 0

Dopo l’assedio del 1510-11 di Papa Giulio II, assedio vittorioso grazie al freddo eccezionale che congelò l’acqua del fossato, i Pico iniziarono a rafforzare le difese perimetrali della città che in poco più di 50 anni portarono a mura possenti, munite di solidi bastioni dello spessore di 2-3 metri, e alla classica forma ottagonale che ancora oggi si può notare dall’andamento dei viali, sorti sul vecchio tracciato delle mura.

Nelle mura si apriva un’unica porta a nord, che venne chiamata Porta Mantova dopo l’apertura di una seconda a sud nel 1768, al termine dell’odierna via Roma, chiamata Porta Modena.

Per la verità vi erano altre piccole porte nascoste in alcuni bastioni dette di soccorso o di sortita. Esse servivano per ricevere aiuti di nascosto o per far uscire inosservati dei soldati, principalmente cavalieri, per delle sortite contro le linee di comunicazione delle forze assedianti.

Ove le mura formavano gli angoli vi erano otto bastioni che ospitavano, tra l’altro, le artiglierie; oltre le mura un profondo fossato la cui larghezza variava tra i 50 ed i 200 metri e oltre ancora la prima linea difensiva, formata da terrapieni e piccole fortificazioni che avevano l’intento di tenere il più lontano possibile le artiglierie nemiche.

Il vero punto di forza della cinta muraria erano i bastioni che furono costruiti in tempi diversi.

Il Bastione della Porta fu fatto costruire nel 1524 da Giovan Francesco II a protezione di quella che allora era l’unica porta della città, difesa fino a quel momento da una piccola fortificazione posta oltre il ponte sul fossato. Il bastione era prospiciente l’odierna chiesa della Madonnina.

Risalendo le mura in senso orario si trova poi il Bastione dei gesuiti. Galeotto II lo fece costruire tra il 1541 ed il 1544 chiamandolo il Baluardo di S. Francesco. Esso venne poi ampliato tra il 1561 ed il 1566 e denominato nel corso del XVII secolo Bastione dei Gesuiti per la vicinanza alla Chiesa del Gesù e Convento dei Gesuiti.

Dopo di esso troviamo il Bastione dei Cappuccini, detto in origine della Giazzara. Fu fatto costruire tra il 1561 ed il 1566 e prendeva il nome dalla vicina chiesa di S. Caterina e convento dei Cappuccini. Detti edifici vennero eretti in via Larga di Terranova, ora via F. Montanari.

Tiriamo dritto ed arriviamo al Bastione dei Servi o di S. Giorgio. Fu fatto costruire da Galeotto II tra il 1541 ed il 1544 e venne successivamente ampliato tra il 1561 ed il 1566. Nelle vicinanze, un secolo dopo, vennero eretti la chiesa ed il convento dei Serviti, da qui il nome. Il Bastione era prospiciente la via Fulvia.

10-pianta della mirandola risalente al xviii secolo

Esempio di un bastione
Esempio di un bastione

14-1868 - ci che resta dellantica porta mantova. sgarbanti mattioli

Porta Modena. Costruita nel 1768 e abbattuta nel 1882
Porta Modena. Costruita nel 1768 e abbattuta nel 1882
Posizione dei bastioni: 1- Della Porta 2- Gesuiti 3- Cappuccini 4- Servi 5- Strada Grande- 6 S.Ludovico- 7 S.Agostino- 8 Del Castello
Posizione dei bastioni:
1- Della Porta 2- Gesuiti 3- Cappuccini 4- Servi 5- Strada Grande- 6 S.Ludovico-
7 S.Agostino- 8 Del Castello

Continuando il giro turistico, arriviamo al Bastione di Strada Grande. Sorto come baluardo detto del Bonaga, fu ricostruito da Alessandro I tra il 1620 ed il 1625. Era prospiciente la via G. Pico.

Arriviamo ora al Bastione di S. Ludovico o delle Monache, già detto in origine di S. Martino. Fu fatto costruire da Galeotto II tra il 1541 ed il 1544. Prese poi il nome dalla vicina chiesa di S. Ludovico e convento delle suore Clarisse. Il bastione era prospiciente l’odierna via S. Martino Carano.

Il settimo era il Bastione di S. Agostino detto anche di Cantarana e fu fatto costruire da Fulvia di Correggio nel 1576 al posto della preesistente isola-giardino. La denominazione derivava dal vicino convento degli Agostiniani collocato ove è ora la Cassa di Risparmio della Mirandola.

Ultimo è il Bastione del Castello. Nel corso del 1576 Fulvia da Correggio fece allargare e fortificare il vecchio baluardo del castello. Una piccola parte del bastione, prospiciente il lato occidentale del castello, è ora di nuovo parzialmente visibile grazie alla restaurazione recentemente effettuata sui resti del castello.

Par farla curta, se ta vliv intrar a la Mirandla ad ghiv do pussibilità: o at ficav dal Mentos in dl’acqua dal fossato, o t’at presentav con na bandera
bianca….. va mo là.

Nel XVIII secolo la decadenza della città portò alla distruzione delle mura che dapprima furono abbassate al cordolo tra il 1783 ed il 1832, per poi essere demolite completamente tra il 1876 ed il 1896. Sigh!

Vanni Chierici