Mirandola – Il Teatro Nuovo
La famiglia Pico è stata notoriamente molto litigiosa ed anche quando si è calmata e si è messa a costruire ed abbellire, ha scordato una cosa molto importante per una città-capitale: un teatro!
Mentre il popolino poteva godere di tanto in tanto di spettacoli vari recitati nelle piazze da compagnie di attori itineranti, i nobili, il clero ed i notabili potevano godere di una sala del castello messa a disposizione occasionalmente dai Pico. Scarne informazioni, troppo frammentarie per essere attendibili, parlano di una “cappella musicale” atta ad ospitare spettacoli musicali e teatrali sita nel castello. Nel caso si dovesse accertare la veridicità della notizia, risulterebbe comunque essere un luogo privato e non rientrerebbe nella categoria di edificio cittadino di pubblica utilità. Anche dopo l’acquisto del Ducato da parte del Duca d’Este le cose non cambiarono; d’altronde il Duca Rinaldo I era tutto preso a cercare il denaro per la cifra pattuita con l’Imperatore e non aveva tempo per pensare alle esigenze culturali dei neo sudditi.
Fu nel 1789 che il Conte Ottavio Greco Corbelli, Priore della Comunità, propose al Duca Ercole III di cedergli una sala ed una scala del castello, allora abitato dai soldati ducali, per erigere un teatro utilizzando le pietre che fossero avanzate dal restauro delle mura. Ricevutone il consenso il Greco ottiene il ruolo di Soprintendente alla fabbrica teatrale; il 5 maggio dell’anno dopo il progetto è pronto ed approvato. L’impegno e la cura dei particolari lo prende tanto che arriva a fissare, ancora con l’opera in corso, in trenta le rappresentazioni annue ed i prezzi dei palchi in Lire 110 per l’opera seria, L. 90 per le opere buffe e L. 40 per le commedie. Nel 1791 il Teatro Greco, o Greco-Corbelli, progettato dall’architetto Giuseppe Maria Soli è ultimato ed il 29 settembre inaugurato; la Mirandola ha finalmente un suo teatro. Per100 anni il teatro Greco- Corbelli terrà alto il tenore culturale dei mirandolesi, anche se ciò sarà di difficile percezione. (Ah, ah, ah … battuta dell’autore).
Nel 1894 a seguito di disordini di piazza, dovuti più ad imperizia da parte della polizia e delle autorità che non all’animosità della folla, il teatro viene chiuso. Nel 1888 erano iniziati i lavori per l’abbattimento delle mura e le parti del castello ritenute pericolanti. Nel 1895 si demolisce l’Arsenale Vecchio ed i proprietari del castello, per non pagarne la ristrutturazione, decidono di donare l’area al Comune che pensava di allargare il mercato del bestiame che a quei tempi si teneva di fronte all’odierno ingresso del Museo Civico sito nel castello.
La chiusura del teatro però aveva aperto un vuoto culturale nella città così nel 1904 un comitato di cittadini, presieduto dal sindaco Molinari, decide di costruirne uno a carattere sociale; il Comune ne diviene comproprietario donando l’area destinata in un primo momento all’allargamento del mercato del bestiame. L’anno dopo, su progetto del bolognese ingegner Lorenzo Coliva, il 16 settembre veniva inaugurato il Teatro Sociale, che qualche anno dopo divenne Teatro Nuovo, con l’opera “La gioconda” di Ponchielli.
La facciata, ispirata a quella del teatro Storchi di Modena, si presenta con due corpi sporgenti dal corpo principale con in mezzo un porticato sovrastato da un terrazzo; quello di destra ospita un bar e l’altro la biglietteria. All’interno il soffitto è affrescato con cinque figure di donne danzanti; i palchi sono decorati con le insegne dei più noti compositori intervallati da fiori e ritratti femminili. Il retropalco è ampio e consta di sette camerini e sale di prova per coro e orchestra. Vi è pure un sottopalco la cui struttura è rinforzata con travi di metallo.
Il nuovo edificio divenne ben presto il centro della vita culturale cittadina. Oltre agli spettacoli teatrali e musicali, il teatro venne utilizzato per i propri eventi da varie società cittadine tra cui spicca l’Unione Sportiva Mirandolese che vi organizzò negli anni “20 e “30 feste da ballo per i propri soci. Il palcoscenico ospitò anche vari spettacoli della bella attrice/trasformista mirandolese Fatima Miris che calcò le scene di mezzo mondo.
Altri importanti eventi furono le feste di carnevale per bambini e adulti e la manifestazione canora del “Castello d’oro” ispirata al più famoso “Zecchino d’oro”. Con l’aggiunta poi di un grande schermo bianco venne utilizzato anche come cinema.
Nel 2005, in occasione del centenario, venne restaurato il vecchio sipario, opera giovanile del mirandolese prof. Leonardo Bastiglia che rappresenta Giovanni Pico nel giardino di Boboli a Firenze. Il terremoto del 2012 lo ha reso inagibile e solo la parte anteriore, bar, foyer e biglietteria, è stata finora ripristinata. Col castello ed il palazzo Ducale è senz’altro l’edificio che i mirandolesi non vedono l’ora di poter riutilizzare (opinione personale dell’autore non suffragata da sondaggio).
Vanni Chierici
Fonti: Sgarbanti/Mattioli – Itinerari illustrati e un po’ storici di Mirandola. Giuseppe Morselli – Mirandola 30 secoli di storia.
Marta Lucchi – Musica e teatro a Mirandola nel settecento e ottocento.
anna
Bravo Vanni ?
18 Maggio 2016Libero Anderlini
Racconto molto ben fatto, ho anche apprezzato le battute ed i commenti personali dell’Autore. Bravo Vanni!!!!
18 Maggio 2016Nicola Tonelli
… ho avuto il piacere di fare la maschera nel vostro teatro durante la gestione Baraldi negli ultimi anni del 900 😉 … bellissimo teatro e bellissima esperienza …
5 Febbraio 2020Osiride Bastianelli
Ho avuto l’onore di calcare il palcoscenico del Teatro Nuovo negli anni 1970 – 1980: “GRANDE EMOZIONE”.
29 Novembre 2020