Mirandola – Fulvia da Correggio
Nel biennio 1551-1552, la Mirandola subisce il più lungo assedio della sua storia uscendone però vincitrice ed accrescendo la propria fama (alee-ooh, alee-ooh).
Il Conte della Mirandola Ludovico II Pico uscì però dalla guerra, nonostante l’aiuto elargito dagli alleati francesi, con le casse che piangevano miseria. Come se non bastasse il territorio della Signoria venne afflitto da una disastrosa alluvione del Secchia nel 1559 e da una grande carestia l’anno dopo. Ludovico corse ai ripari; come si direbbe oggi, “l’ha miss al porc a l’ora”.
Nel 1561 sposa Fulvia da Correggio per procura, mai vista né di persona né in foto (eh eh eh), ma porta in dote 80.000 scudi … va mo là.
A parte la pecunia, questa donna dimostrerà doti diplomatiche e umane che ne faranno una delle donne più importanti della Mirandola.
Fulvia nasce il 10 febbraio 1543 dal conte Ippolito da Correggio. Rimasta orfana a nove anni, è affidata alla nonna paterna Veronica Gambara che governava lo stato correggese. Veronica era anche poetessa e letterata e diede a Fulvia, coadiuvata in questo dallo zio paterno Cardinale Girolamo, una educazione che a quei tempi era solitamente riservata ai figli maschi della nobiltà.
Oltre che dal denaro, il matrimonio fu dettato da una politica da parte di Ludovico che tendeva verso un graduale riavvicinamento alla corte imperiale arrivando infatti Fulvia da una casata notoriamente fedele all’impero. Il 18 novembre del 1568 Ludovico muore a soli 41 anni, si mormora di veleno (in casa Pico? Ma daaaiiii…).
Fulvia si ritrova con quattro figli, Renea Margherita, Galeotto III, Federico II e Alessandro, e uno stato non facile da governare. Inoltre vi sono problemi di ereditarietà dovuti al fatto che il testamento non dà nessuna disposizione né per la reggenza né per la tutela dei figli. Problemi che vengono comunque risolti nel 1573 dalla sua abilità diplomatica coadiuvata da un carattere forte e deciso. Infatti fa chiudere le porte della città in faccia al cognato che arrivava con pretese sulla Signoria e dalle mura gli urlò: “Passi lunghi e ben distesi”.
Nel 1575 l’unica macchia nel suo curriculum; l’esecuzione in piazza del nobile Giulio Poiani reo confesso di aver tentato d’avvelenarla. Pare che la confessione sia stata estorta a mezzo tortura e quindi dia adito a dubbi sulla veridicità; comunque per quei tempi direi un peccato veniale. Essendo Galeotto III epilettico e quindi non in grado di governare, ne approfittò per continuare a dirigere la Signoria anche dopo il raggiungimento della maggiore età del figlio e della sua investitura. Seppe portare alla Mirandola un lungo periodo di pace e benessere approfittandone per abbellire e fortificare ulteriormente la città con opere come il bastione del Castello che concludeva degnamente le mura della città, la via Fulvia, la chiesa di S. Caterina, il convento dei cappuccini (di cui si sentiva la mancanza specialmente la mattina a colazione) e non da ultimo regolarizzò il Sacro Monte di Pietà donandogli pure una nuova sede, quella che oggi conosciamo come Galleria, anche se allora era molto diversa.
Portò avanti la politica iniziata dal marito per tornare sotto l’ala protettrice dell’aquila imperiale. Riuscì a farlo con tanta abilità da riuscire a non rovinare i rapporti d’amicizia con la Francia. Si trovò a doversi destreggiare tra le tre grandi super-potenze dell’epoca, il Sacro Romano Impero, la Francia e la Chiesa Cattolica. Seppe offrire a uno, blandire l’altro ed ossequiare il terzo senza scontentare nessuno. Per farla corta la Thatcher e Golda Meir si sarebbero baciati i gomiti pur di ottenere i successi della nostra Fulvia. Ciapa su e porta a cà. I frutti di tale lavoro vennero però raccolti dal figlio Federico II che successe a Galeotto III.
La contessa Fulvia muore il 7 ottobre 1590 rimpianta sinceramente dalla popolazione tutta e lasciando gran parte del suo enorme patrimonio al Sacro Monte di Pietà.
Vanni Chierici
Fonti storiche: Giuseppe Morselli (Mirandola 30 secoli di cronaca). Treccani. it
don Felice Ceretti (Memorie storiche della città dell’antico Ducato della Mirandola. Biografie mirandolesi tomo I)
Antonio Zerbini
Molto interessante.
10 Luglio 2015