Madonna Lucrezia tra il Papotti ed il Ceretti.
“Mi piacciono molto gli articoli che scrivi Vanni – mi dice un giorno una cara amica – sono scritti bene ed interessanti, ma perché non scrivi anche di donne mirandolesi?”. “Già fatto, non ricordi Fulvia da Correggio, Maria Isabella e Brigida Pico?”. Ma io sono un tipo influenzabile, così ho deciso di fare un articolo su di una mirandolese che non fosse una Pico.
Mica facile, però. Prendo in mano i quattro tomi dedicati alle “Biografie mirandolesi” (curate dal sacerdote Felice Ceretti nei primi anni del 1900) delle memorie storiche della Mirandola, mia principale fonte di consultazione, e scorro gl’indici: vi sono i nomi di sole tre donne. Dopo attenta riflessione scelgo Lucrezia Quistelli la cui biografia pare più promettente, anche se in realtà i dati forniti non sono molti. Subito una nota a piè di pagina mi rimanda al primo volume degli annali (memorie mirandolesi, anno per anno, raccolte da padre Francesco Ignazio Papotti a partire dal 1738); andiamo a dare un occhiata.
La nobildonna Lucrezia Quistelli nasce alla Mirandola il 19 ottobre 1535 dal giurista Alfonso Quistelli e Giulia dè Santi. Aggiunge inoltre che essa è “… un genio distinto al disegno e alla pittura”. Vabbè, ora sappiamo dove, quando e da chi; torniamo alla biografia. E qui un colpo di scena: il Ceretti mette in dubbio le notizie date dal Papotti! Afferma che il frate non produce documenti a riprova delle sue affermazioni e che lui stesso, dopo infruttuose ricerche, non ha trovato alcuna documentazione atta a confermarle. Espone anche le proprie perplessità riguardo l’identità della madre ed afferma infine che dalle sue indagini risulta che nell’ottobre del 1535 alla Mirandola fu battezzata una sola Lucrezia e che era di tutt’altra famiglia; forse, conclude, Lucrezia è nata in Toscana quando il padre era un giudice di Siena. Ci risiamo, poche notizie ma incerte. Anche sul matrimonio della nobildonna il Ceretti ha qualcosa da ridire. Nel 1560 Lucrezia convola a nozze con Clemente Pietra di Silvano secondo conte di Silvano Pietra, cittadina vicino a Pavia e la coppia si stabilisce alla Mirandola. Di nuovo il sacerdote mette in dubbio la data non trovando a supporto nessun documento cartaceo.
Termino di leggere la biografia della contessa e, oltre al fatto che fu allieva di Alessandro Allori detto il “Bronzino” che consiglia Lucrezia “ad occuparsi esclusivamente di ritratti, che sapeva fare somigliantissimi”, non trovo nulla di utile che possa aiutarmi nella stesura dell’articolo. Ultima chance: la ricerca su Google. Digito “Lucrezia Quistelli” ed ecco apparire vari siti. Una rapida occhiata è sufficiente per capire che non c’è niente di utile. Andiamo a dare un’occhiata a “Google immagini” e finalmente trovo qualcosa.
Quotidiano: La Stampa del 22-2-2014
Il quinto risultato della ricerca mi propone un quadro, molto bello, attribuito alla nostra concittadina … yuhuuuuuu!!! Corro subito a visionare il sito-web “Gabbantichità” da cui è stata tratta l’immagine e scopro così che il quadro, posizionato sull’altare dedicato a s. Caterina nella chiesa parrocchiale s. Maria e s. Pietro di Silvano Pietra e che raffigura la Madonna mentre porge il Bambino all’adorazione di s. Caterina, è stato restaurato nel 2014 e durante la fase di pulizia è stata scoperta la firma e la data di realizzazione. E così, in questa storia fumosa, finalmente una certezza. Il quadro le è stato commissionato dal figlio Alfonso, terzo conte di Silvano Pietra, nel 1576 e pare che i due adoranti siano i ritratti dei primi due conti di Silvano Pietra, Brunorio e la moglie Caterina Bianca Stampa.
Né il Papotti, né il Ceretti, sanno qualcosa della morte della nostra pittrice, ma nelle note biografiche della famiglia Pietra sul sito-web “Gabbantichità” si legge che Alfonso succedette al padre Clemente nel 1573, probabilmente anno della sua morte, e che la vedova Lucrezia si trasferì a Milano dedicandosi alla pittura ancora per un decennio. E’ quindi logico supporre che la sua dipartita sia avvenuta nel 1583, o poco dopo, in quel di Milano.
Per quanto mi è dato sapere, il dipinto di Silvano Pietra è l’unica opera sicuramente attribuita a madonna Lucrezia giunta sino a noi; ed è un peccato alla luce del giudizio su di lei lasciato scritto dal Vasari: “… ella seppe lavorare di sua mano alcuni belli quadri e ritrattti degni d’esser lodati da chi possiede a perfezione quell’arte.”. Va mo là!
Vanni Chierici
Fonti: Memorie storiche della città e dell’antico ducato della Mirandola –
Vol. III – XV –
Sito web: Gabbantichità – Antiquariato