L’Ospedale Santa Maria Bianca
Fu la Confraternita della Misericordia, detta anche dei Battuti, a volerlo realizzato. La Confraternita era laica ma con forti connotazioni religiose e dedita alla pietà cristiana. L’Ospedale infatti aveva intendimento caritatevole e di essere luogo per ospitare pellegrini, poveri ed ammalati. Pochi anni dopo la fondazione, il ricco mirandolese Gherardo Padella lasciò la propria consistente fortuna economica in eredità all’ospedale che potè essere notevolmente potenziato.
L’opera venne eretta in pianta quadrata nel Borgo Novo nel luogo ora compreso tra via Pico, via Cavour, via Roma ed il piazzale del Duomo.
La struttura comprendeva nel mezzo un vasto cortile ed un altro più piccolo nel posteriore. Verso settentrione, di fianco al sagrato del Duomo, vi era il proprio cimitero. La facciata, percorsa in tutta la sua lunghezza da un porticato, era rivolta sull’odierna via Pico ed al centro sorgeva la chiesa. La storia “politica” della gestione è presto detta. La Confraternita della Misericordia la resse fino al 1779 quando dovette cederla alla Congregazione generale delle Opere Pie Laicali. Nel 1791 passò alle dipendenze della Generale Amministrazione delle Opere Pie Laicali. Nel 1808 fu costituita la Congregazione di Carità a cui ne venne affidata l’amministrazione. Nel giugno del 1937 le Congregazioni di Carità vennero soppresse e l’ospedale della Mirandola, come del resto tutti gli altri, venne affidato ad una amministrazione autonoma dotata di un proprio Consiglio. Ma torniamo alla parte prettamente storica.
Dopo 330 anni, nei quali vi furono certamente apportate modifiche più o meno importanti, si decise di ristrutturare completamente il complesso. I lavori terminarono nel 1764; la facciata fu portata, sempre abbellita da un porticato, sulla piazza del Duomo ed al centro venne eretta la nuova chiesa. Forse però i tempi erano cambiati e la posizione dell’ospedale non rispondeva più alle esigenze della città, quindi nel 1785 esso venne trasferito nell’ex Collegio dei Gesuiti, nell’odierna via F. Montanari, che per l’ampiezza e la disposizione dei locali si prestava meglio allo scopo. La chiesa del vecchio ospedale passò alla confraternita delle Mendicanti mentre il Gesù divenne quella del nuovo.
L’ospedale rimase lì fino al 1908 quando ne venne inaugurato uno nuovo a padiglioni in una vasta area con parco alla periferia sud della città. Va detto che in via Montanari, per un breve periodo a cavallo della I guerra mondiale, l’edificio venne riadattato ad ospedale per comprensibili motivi e anche nel secondo dopoguerra, sempre per un breve tempo, venne adibito a sanatorio.
Inizialmente il nuovo ospedale, che manteneva il nome di Ospedale di S. Maria Bianca, comprendeva due soli padiglioni, quello medico e quello chirurgico. Fu nel 1917 che ne venne costruito un terzo per le malattie contagiose; in quel periodo infatti vi erano molte epidemie dovute a situazioni sanitarie quantomeno precarie. Con l’avvento delle prime vaccinazioni popolari e la costruzione del nuovo acquedotto il suo scopo venne meno e fu ceduto in perpetuo all’ospedale nel 1948, che in seguito (1960) lo trasformò in reparto pediatrico.
A questo punto la storia diventa contemporanea ed ai mirandolesi è sufficiente un piccolo sforzo mnemonico per ricordarne pregi, difetti e vicissitudini.
Queste poche righe si concludono con la speranza che i lavori per l’importante ridimensionamento della struttura vengano presto interrotti e l’intera situazione ripensata in modo più positivo.
Vanni Chierici
Fonti storiche da Vilmo Cappi.
Le foto sono prese da varie fonti: C. Sgarbanti, Al Barnardon, R. Neri, R. Mascherini e G. Bosi.