Arrivano i Pico…..
Dalle oscure nebbie del tempo che fu, nasce la storia che fece della Mirandola, lo stato più piccolo d’Italia, un elemento da non trascurare nella conduzione della politica europea.
Astolfo re dei Longobardi donò la Corte di Quarantola, e il castello della Mirandola, a S. Anselmo fondatore del Monastero Nonantolano. Poi l’Abate Rodolfo li diede in uso (enfiteusi) al Marchese Bonifazio, padre di Matilde di Canossa, per un canone annuale di “12 denari Lucchesi e la metà delle anguille, pesci e cinghiali ivi presi”. La Contessa poi il 26 gennaio 1115, dietro approvazione dei monaci, elargì i suddetti luoghi, a mò di premio per il fedele servizio, al suo prode capitano Ugo di Manfredo con gli stessi obblighi. Questi risulta essere il famoso Manfredo capostipide delle famiglie, tra cui i Pico, i cui discendenti saranno conosciuti come “i figli di Manfredo”.
Dopo la morte di Ugo, il territorio passò al figlio Ubaldo che però non ebbe successori. La Corte di Quarantola allora venne affidata per molti anni in comunione alle diverse famiglie discendenti da Manfredo. Dopo varie vicissitudini e un passar della Corte da una famiglia all’altra, ma sempre “figli di Manfredo”, di solito per mancanza di eredi diretti, appare per la prima volta nel 1154 il nome di Pizus de Manfredis che nel 1188 verrà cambiato in Picus poi italianizzato in Pico. Gli anni passano tra alti e bassi finché nel 1267, per la somma di 20.000 lire, il castello della Mirandola viene venduto ai modenesi, non si sa bene da chi e a che titolo, che si affrettarono a smantellarlo. E’ tutto finito? Ma certo che no!
Nasce nel 1272 (circa) Francesco Pico che diventa un valente condottiero e serve con successo l’imperatore del Sacro Romano Impero. Il primo agosto del 1311 entra trionfante in Modena con la carica di Vicario Imperiale, ma già il 25 luglio era riuscito ad ottenere per sé e per Zappino e Nicolò, suoi cugini, l’investitura della Corte di Quarantola e della Mirandola. Questa é la data ufficiale dell’inizio del regno dei Pico sulla Mirandola. Purtroppo Francesco é roso dall’ambizione e non si accontenta. Continua a combattere finché perde una battaglia e cade prigioniero dei sassolesi nel 1312. Riscattatosi viene liberato ma é cacciato da Modena. Gli vengono affidate alcune procure in diverse città, poi nel 1317 riesce a tornare accolto trionfalmente dalla popolazione divenendo Capo e Governatore della città ai danni del duca di Mantova Bonaccolsi detto il Passerino.
Questi se la lega al dito e contrattacca sconfiggendo definitivamente Francesco nel 1319. Il castello della Mirandola è di nuovo raso al suolo, ma quel che è peggio il duca, venendo meno alla parola data al momento della resa, lascia la città nelle mani del bestiale saccheggio della soldataglia. Non solo; presi Francesco e due suoi figlioli li fece rinchiudere nella rocca di Casteldario facendoli morire di fame. La storia dei Pico della Mirandola sembra già terminata, ma non è così. Il duca Bonaccolsi pagherà caro il suo tradimento ad opera di Nicolò Pico, il figlio superstite di Francesco, ma per questo si dovrà aspettare il 1328.
E’ in quell’anno infatti che Nicolò, alleatosi ai Gonzaga nemici dei Bonaccosli, partecipa in prima persona ad un agguato in Mantova ai danni del duca con la promessa della restituzione della Mirandola. Viene inscenata una rumorosa rissa davanti al palazzo ducale. Il duca esce con poche guardie per capire cosa succede; a quel punto si scatena il vero attacco e Bonaccolsi viene ucciso, si dice dallo stesso Nicolò. Due figli e due nipoti del duca vengono consegnati al Pico che gli farà fare la stessa fine, nella stessa prigione, del padre e dei fratelli. Purtroppo i Gonzaga non mantengono le promesse fatte … ma che surpresa. Dopo il reinsediamento dei Pico nella Mirandola, gli impongono un vicario a cui dovranno obbedire e l’alleanza diventa dominio. I Pico allora si alleano ai Visconti ed attraverso di essi servono il diritto imperiale, specialmente Paolo Pico figlio di uno dei figli di Francesco morto di fame nelle segrete di Casteldario.
Ambedue, Paolo e Nicolò, moriranno prima di vedere i risultati dei loro maneggi, ma i figli nel 1354 si vedranno riassegnare il feudo dall’imperatore Carlo di Lussemburgo. Ora la Mirandola è definitivamente in mano alla famiglia Pico, una famiglia numerosa e litigiosa ma i cui membri si vogliono un bene . da morire.
Vanni Chierici
Fonti storiche:
Giuseppe Morselli (Mirandola 30 secoli di cronaca).
Abate Girolamo Tiraboschi (Notizie biografiche in continuazione della
biblioteca modonese. Tomo III).
Gloria Serrazanetti (I Pico: cronaca dell’origine del potere).