Storie delle tipografie mirandolesi
DOCUMENTI MANIFESTI LIBRI FATTURE
E’un breve saggio sulle tipografie mirandolesi che dal 1860 per oltre 100 anni stamparono a Mirandola. E’ ricco di immagini per meglio comprendere i caratteri tipografici che usarono nei vari documenti che uscirono dai loro torchi: libri, manifesti, giornali, cartoline, volantini, opuscoli, santini, ecc…
Tralascio i due libri stampati nel 500 a Mirandola al tempo di Giovan Francesco Pico e tutte le false edizioni di stampa del 6/700 che riportano Mirandola come luogo di provenienza per concentrarmi sugli stampatori che dall’unità d’Italia lavorarono nella nostra Città.
Partendo da un articolo che pubblicai nel 2010 su “L’Indicatore Mirandolese” sono ora ad ampliare questo studio per le nuove acquisizioni fatte che mi hanno portato a conoscenza di nuove attribuzioni tipografiche e a piccole correzioni di date. Il poter illustrare il tutto con svariate immagini renderà l’articolo molto esemplificativo per poter individuare con precisione ogni tipografia che ha stampato a Mirandola.
Intorno alla metà dell’800 i documenti di Mirandola: atti, manifesti, libri e documenti vari furono stampati a Modena presso le tipografie di Rossi o di Moneti.
Quest’ultimo attivo a Modena nel 1850, fu il primo ad arrivare a Mirandola nell’agosto del 1860 con un viaggio di tre giorni dato che portò con se tutto il materiale che gli sarebbe servito per iniziare la nuova tipografia di Mirandola. Senz’altro avrà avuto rapporti preliminari con il primo sindaco Grazio Montanari che già da un anno era stato nominato “primo cittadino mirandolese” (vedi 2006 Morselli Sgarbanti, CENTOCINQUANT’ANNI DI FASCE TRICOLORI Sindaci, Podestà e Commissari Prefettizi di Mirandola dall’Unità d’Italia a oggi). Il Moneti per 120 lire annue si stabilì in affitto presso quella porzione di fabbricato posta sotto il portico di piazza e lo stradello del Duomo (precedentemente denominato “Vicolo canal de’ morti”).
La prima cosa edita, da me rinvenuta a stampa, è un manifesto comunale datato 14 agosto 1860, pubblicato nel volume su indicato e che riguarda l’elezione dei consiglieri comunali. Il nome degli stessi si possono leggere nel manifesto del 23 agosto e pubblicato ora per la prima volta. a oltre 150 anni dalla data di stampa.
Il lavoro era tantissimo e il Moneti chiese aiuto ad un suo amico tipografo modenese. Già dalla fine dello stesso anno 1860 la tipografia divenne Moneti e Manni e stampò sicuramente fino al luglio del 1864, data nella quale è stato rinvenuto un manifesto politico. Si stamparono libretti e opuscoli relativi all’unità d’Italia, al valore dei nostri soldati, dedicati a Garibaldi che a Mirandola aveva reclutato diverse persone, fra le quali Francesco Montanari risulta essere quella di maggior rilievo storico. Sicuramente tutti i manifesti a carattere comunale furono stampati da loro in quei cinque anni della loro attività. Le fatture con data 1860, di una delle prime ditte mirandolesi che si fecero pubblicità con il logo della loro società (Bocchi, poi Bocchi e fratelli venditori di Ferrarezze, che sono vari articoli di ferro e di legno, come è possibile rinvenire fra le righe del documento) non sono riconducibili alla tipografia Moneti e Manni o alla società che nacque nel 1865 denominata Moneti e Cagarelli.
Una tipografia Cagarelli fu attiva a Modena fra il 1850 e il 1860. E’ possibile credere che Gaetano Cagarelli sia lo stesso stampatore modenese che giunse a Mirandola nel 1865.
Questa tipografia come la precedente ebbe vita per soli cinque anni e i caratteri tipografici rimasero gli stessi usati dal 1860. Diverse e importanti sono le cose che stamparono per i vari uffici comunali e che riguardano anche la “Commissione Municipale di Storia Patria e di Arti Belle”. Dette alle stampe anche “la Scuola di Pico” quella che riteniamo essere la prima pubblicazione periodica mirandolese. Ebbe anche il merito di stampare nel 1871 il primo volume de “La Fenice Strenna Mirandolese” che portava, sulla copertina posteriore,la pubblicità per l’uscita del primo volume delle “Memorie Storiche Mirandolesi”. Nel 1865 pubblicò alcuni numeri del rarissimo giornale “Il Promotore” che ebbe vita molto breve.
Dal 1872 la tipografia diventò proprietà del solo Gaetano Cagarelli, e per merito anche dello storico Felice Ceretti e del collezionista Francesco Molinari, divenne la più importante stamperia di documenti culturali mirandolesi. Con il proseguio della stampa de “La Fenice Strenna Mirandolese”, la “Scuola di Pico” e con nuove pubblicazioni delle “Memorie storiche della città e dell’antico ducato della Mirandola” (stampò questa importante collana fino al numero XI del 1897 con la pubblicazione del volume dedicato a Giovanni Pico), “L’Indicatore Mirandolese” e gli “Atti e Memorie della Società Storica Letteraria ed Artistica”,rimane oggi la tipografia più citata dagli storici mirandolesi.Continuò le proprie pubblicazioni sicuramente fino al 1908. Con la morte del collezionista Molinari che sempre sostenne le pubblicazioni del Cagarelli si chiuse questa stupenda tipografia.
Ma nell’ottocento era già attiva a Mirandola un’altra importante tipografia che proseguirà le proprie pubblicazioni fino agli anni 50 dello scorso secolo denominata Grilli Candido.
Nell’ottobre 1887 ho rinvenuto un documento stampato dalla stessa.Cambiò a volte denominazione: tip. Ditta di C. Grilli, Mirandulae excudebant Candidus Grilli, tipografia ditta C. Grilli di Arnaldo Grilli.Oltre ai volumi delle Memorie Storiche Mirandolese dal volume XII del 1898 al volume XXII sulle Famiglie Nobili Mirandolesi,oltre a tanti libri, opuscoli, manifesti e volantini stampò anche vari periodici.
Ricordiamo “ La Mosca” periodico economico e rurale, “ La Squilla”, e vari numeri unici editi per particolari occasioni: corse in bicicletta, calcio, avvenimenti religiosi, viabilità, musica e filodrammatica. Stampò anche diverse cartoline con vedute di Mirandola e anche a soggetto militare. Molto belle risultano anche le stampe per i vari calendari annuali. Sono tutti di difficile reperibilità in particolar modo quelli in cromolitografia degli anni 30. Fortunatamente quelli relativi “Al Barnardon” sono tutti in rete ed è pure possibile l’acquisto della riproduzione delle copie.
Una cartoleria e tipografia che stampò dall’inizio del 900 è la “Tipografia Cooperativa” o Tip Coop che diverrà anche Tip Cop Mutilati e Combattenti.Si dedicò alla stampa di vari giornali politici socialisti di inizio secolo: La bandiera del popolo, La bandiera proletaria, La bandiera operaia, La famosa questione e ad altri libri e opuscoli ma sempre interessati alla politica. Non bisogna dimenticare, anche se a puro scopo goliardico, la rivista umoristica della Società della Scimmia che tanti aderenti ebbe a Mirandola nella prima metà del 900. Essendo anche cartoleria stampò cartoline ma in tiratura abbastanza limitata dato che erano ad uso proprio.
Quasi sconosciuta è la Tipografia Giovanni Pico che stampava documenti di carattere religioso. Nel 1922 portava alle stame “L’Operaio Cattolico” a cura di don Maletti. Ritengo facesse parte integrante del Circolo Cattolico Giovanile Giovanni Pico della Mirandola che operò sul territorio fino alla metà del 900.
Nel periodo pre bellico sicuramente ebbe un ruolo di rilevante importanza sociale la Tipografia dell’Opera Piccoli Apostoli di San Giacomo Roncole che fu diretta da don Zeno.
Sfogliando fra le cose della mia modesta collezione ho rinvenuto acquisti fatti oltre vent’ anni fa e dei quali me ne ero dimenticato. La fortuna di scrivere questo saggio mi ha fatto riscoprire foglietti che la mia memoria aveva accantonato. Pubblicità dei film proiettati a San Giacomo al Casinone, volantini per feste religiose, santini, inviti di don Zeno al cimema e alle proprie discussioni politico-religioso-sociali, e un piccolo libretto “CUORE A CUORE” di soli 5 cm stampato per i militari pronti a partire per la guerra. Sono tutte cose uscite dalla tipografia dei Piccoli Apostoli di San Giacomo Roncole Passiamo ora alla descrizione delle varie tipografie che operarono a Mirandola nella seconda metà del 900.
La tipografia di Arnaldo Grilli venne acquistata da Malavasi Rino che la diede in conduzione al professor Felice Malavasi e alla sorella Maria.
La tipografia Malavasi venne poi acquistata da Riccardo Piccinini e prese il nome di tipografia Grilli di Piccinini Riccardo.
La stessa venne prima presa in affitto e poi acquistata nel 1958 da Bozzoli Franco che da tipografia divenne in tempi più recenti litografia.
La vecchia Tipografia Cooperativa precedentemente descritta venne ceduta per la parte della cartoleria alla Zoe Campanini e per la parte tipografica a Gaetano Carletti (detto “al Nàno”)
Dopo un lustro la tipografia venne ceduta a Giovanni Malagoli, padre di Nevio, che lavorò nella tipografia Piccinini, con la denominazione di tipografia Campanini e Malagoli.
Fu poi acquistata da Enrico Vanzini e Dante Varini. Il primo fu dipendente di Franco Bozzoli. Da via Volturno si trasferì in viale Gramsci. Questa tipografia ha stampato l’ultimo numero del lunario “Al Barnardon”.
Un’altra tipografia fu diretta da Augusto Mantovani (detto “Bigon”), cognato di Piccinini, ed era situata in via Luosi. Fu poi prelevata da Renzo Pivetti,ex dipendente di Franco Bozzoli,che l’ampliò e ne spostò la sede.
Quando la tipografia di Bozzoli divenne litografia le macchine e i caratteri in piombo vennero acquistati dalla tipografia di Concordia di Angelo Redolfi che si trasferì a Mirandola. Oggi il figlio prosegue l’attività del padre in via Toti.
La tipografia di Giuseppe Golinelli nacque nel 1972 in via Fulvia poi si traferì in via Montanari per concludere le proprie stampe vicino ai capannoni di Bozzoli all’inizio del 2000.
Sono da citare inoltre la linotipia di Giovanni Costa e la cartoleria tipografia di Zerbini, attiva intorno agli anni 60.
E’ possibile notare come tanti tipografi mirandolesi provengano o abbiano legami con l’ex tipografia di Candido Grilli attiva a Mirandola dalla seconda metà dell’800. L’insegna della tipografia è ancora ben visibile nel ristrutturato immobile nella piazzetta dietro al Palazzo Municipale dove nei pressi si stabilì a Mirandola il primo tipografo Moneti nel 1860.
Claudio Sgarbanti