Don Felice Ceretti – Centenario della morte
Sacerdote – Storico (1835 – 1915 )
Felice Ceretti nato a Mirandola nel 1835, sacerdote e storico, passò l’intera lunga esistenza esplicando il ministero sacerdotale nel bel San Francesco di Mirandola, Pantheon dei Pico, e studiando come nessun altro prima di lui la storia della sua città natia e della Signoria dei Pico per un arco di tempo di quattro secoli, che vanno dal 1300 al 1700.
Lavoro difficile quello della ricerca delle fonti originali, perchè l’archivio della famiglia Pico andò distrutto nel 1714 per l’incendio della gran torre del castello nella quale si custodivano i più antichi documenti dei Signori del Ducato e dei tanti Ordini religiosi che avevano sede nella città.
II Ceretti attinse agli archivi di Modena, Bologna, Mantova e Ferrara e a tanti altri secondari.
La monumentale opera « Memorie storiche della città e dell’antico ducato della Mirandola », costituita da 24 volumi, ne annovera 12 del Ceretti, che sono i più importanti. Quattro dedicati alle Chiese e agli Ordini religiosi della Mirandola, quattro ai mirandolesi illustri e quattro ai componenti la famiglia Pico dalle origini fino all’ultimo duca Francesco Maria, che perdette la signoria del Ducato nel 1708.
Con le biografie dei Pico il Ceretti ha formato, d’una famiglia principesca fra le più celebri d’Italia, illustrandone la discendenza e dedicando speciali studi ai soggetti di maggiore importanza, opera imperitura.
Il tutto frutto di pazienti e incessanti ricerche d’archivio basate su irrefragabili documenti.
Lavoro del tutto nuovo per la storia della famiglia Pico a differenza dei precedenti storici della Mirandola, ciascuno dei quali copiò dall’altro, senza curarsi se fossero esatte le prime notizie.
A non meno di trecento si fanno ascendere le opere storiche del Ceretti e oltre ai citati volumi che fanno parte delle « Memorie storiche mirandolesi », rileviamo le seguenti dal « Dictionnaire International des Ecrivains du monde latin » del De Gubernatis, pubblicate in gran parte agli atti della « Deputazione di Storia Patria delle provincie modenesi » :
— il Conte Annibale Maffei della Mirandola, Tenente Maresciallo dell’esercito subalpino – 1875;
— Sulla Nobil famiglia Papazzoni dei figli di Manfredo e sugli uomini distinti della medesima – 1876;
— I conti Rosselli della Mirandola – 1877;
— Indicazioni topografico-storiche sulla Mirandola – 1878;
— Bianca Maria d’Est e – 1878;
— Fulvia da Correggio – 1879;
— Il conte Antonio Maria Pico della Mirandola – 1879;
— I signori che hanno dominato sulla corte di Quarantola e sulla Mirandola dal 1115 al 1707 – 1879;
— Monsignor Mario Pedocca monaco Cassinese di Lacedonia – 1880;
— Le nozze del principe Francesco Pico con Anna Camilla Borghese festeggiate alla Mirandola nel 1685 – 1880;
— Francesca Trivulzio – 1880;
— Il generale Angelo Scarabelli Pedocca – 1881;
— La chiesa e il convento di S. Francesco d’Assisi nella Mirandola – 1882; ■— Giuseppe Scarabelli seniore ingegnere militare – 1883;
— Il conte Galeotto II Pico, capitano di ventura nel secolo XVI – 188};
— Della vita e degli scritti di Luigi Campi – 1890;
— Sul conte Giuseppe Forni ultimo ministro degli esteri del ducato di Modena – 1894;
— Della villa, del feudo e della parrocchiale dei SS. Giacomo e Filippo delle Roncole – 1895;
— Dei podestà, dei luogotenenti, auditori e governatori dell’antico ducato della Mirandola – 1898.
L’opera di ricerca del Ceretti ha del miracoloso perchè egli non ebbe aiuto da alcuno. A lui toccò raccogliere il materiale, sono parole sue, vagliarlo, dargli forma, trascrivere tutto in rismi di carta, correggere le bozze, far tutto da cima a fondo.
Nel 1913 così scriveva nella prefazione di uno dei volumi delle « Memorie storiche mirandolesi » e si crede far cosa gradita al lettore, trascrivendo le sue parole pervase da un senso di grande tristezza : « ma ora la vista che pur avea così forte, mi si accorcia a gran passi, le virtù del corpo si vanno spegnendo, gli acciacchi della vecchiaia si fan sentire, solo non affievoliscono le facoltà della mente, e in mezzo a tanti guai e tante vicende la memoria si conserva ancora quale era stata ben forte negli anni più floridi. Dal che ben può dedursi quale sìa la mia situazione, e che a ben poco potrò ancora esser buono. Ma si troverà chi voglia e possa continuare l’opera mia ? Ne dubito assai ».
E in altra occasione si lamenta dei mancati riconoscimenti «la fortuna mia sfidata noverca, non ebbe mai sorrisi di sorta, e sempre mi fece condur giorni nudi di conforto, e quando pure sarò sceso nella tomba, le cose mie saranno coperte da ingrata dimenticanza ».
L’opera del Ceretti ebbe invece alti riconoscimenti; ne parlò il D’Ancona nella Rassegna Bibliografica della Letteratura Italiana 1901, la Civiltà’ Cattolica nel 1902 e 1906, il Sorbelli neh”Archivio Storico Italiano, il Ravaglia in Miscellanea 1906, il Mazzoni nell’Avvi amento allo studio critico, Cesare Cantù, e tanti altri, nonché le più importanti deputazioni storiche della penisola che lo noverarono tra i membri attivi.
Dappertutto dove oggi si parla dei Pico si deve fare il nome del Ceretti.
L’insigne storico, già ottuagenario, mentre stava correggendo le bozze di stampa del volume XXII delle «Memorie mirandolesi», il 4 settembre 1915 improvvisamente moriva fra il compianto sincero di tutti i suoi concittadini e di tutti gli studiosi che unanimi riconobbero i meriti insigni dell’opera da lui compiuta.
Tratto dal libro “La Cassa di Risparmio di Mirandola nei suoi primi cento anni”
Foto 1: unica immagine di Felice Ceretti – Foto 2 : uno dei tanti biglietti da visita del Canonico – Foto 3: appunti autografi.
Per gentile concessione di Claudio Sgarbani “Collezione Picus degli Sgarbanti”