Le attività commerciali di Mirandola attraverso le bustine di zucchero
Dalla chiusura dello zuccherificio di Mirandola ho incominciato a collezionare le bustine di zucchero pubblicitarie dei vari bar, ristoranti o di altre ditte mirandolesi. Forse è stato un atto per recuperare un altro pezzo di Mirandola che abbiamo perso. Ci permette ora di ricordare vari luoghi che le immagini poste sulle bustine ci hanno lasciato.
Allo zuccherificio si portavano le barbabietole che venivano seminate fra febbraio e marzo e raccolte da agosto e settembre. A Mirandola arrivavano in quel periodo diversi camion che riempivano su ambo i lati il largo viale Gramsci. Dagli anni ’30, dopo l’ampliamento, ora in parte sede Aimag, le barbabietole seguivano le diverse lavorazioni per ottenere lo zucchero. Dopo lo scarico i nastri trasportatori provvedevano a trasportare il prodotto che veniva poi lavato con getti d’acqua calda. I tuberi venivano poi tagliati da macchine che li riducevano in sottili strisce che l’acqua a 70 gradi faceva cedere lo zucchero in esse contenute. Togliendo poi materie organiche e minerali presenti nella prima fase della lavorazione e facendo poi bollire il rimanente per far evaporare l’acqua si arrivava alla centrifugazione per ottenere i cristalli. Tramite la raffinazione lo zucchero greggio veniva depurato e decolorato al fine di insaccarlo per la vendita. Un grosso sacco che conteneva 100 chilogrammi di zucchero è ancora conservato presso la nostra biblioteca privata. E’ ingombrante ma un ricordo storico del nostro grande ex zuccherificio dove hanno lavorato tanti mirandolesi. I sacchi di zucchero venivano inviati a diverse ditte che provvedevano alla commercializzazione. Solitamente viene effettuata tramite confezioni da un chilogrammo o nello stato morbido o preparato in zollette.
Ma già dai primi decenni del ‘900, incredibile a credersi, si commercializzavano le bustine di zucchero. E’ in questoperiodo che nacquero i primi collezionisti di bustine che sono denominati “glicofili”. Le bustine di zucchero ora si possono trovare presso alberghi,bar, distributori di bevande, fast food, hotel, ristoranti, ma sono servite anche per pubblicizzare negozi di panetteria, di estetista, di parrucchiera, di rivendita auto ecc.., come è possibile vedere in quelle di Mirandola.
Le bustine possono essere classificate relativamente alla casa produttrice, alle dimensioni, alla forma (quadrate, triangolari, rotonde, ovali, sticks, a cuore……) o alla serie di appartenenza (quelle relative agli animali o ai pesci o alle navi o agli aerei…….).
Le serie complete sono state catalogate in apposite riviste collezionistiche e gli appassionati si ritrovano nei convegni specializzati come quella italiana degli “Amici di zucchero mania”.
La raccolta della Picus comprende ogni tipo di bustina di Mirandola e frazioni o delle terre dei Pico (Concordia, San Possidonio; Cavezzo; Medolla; San Felice…….) cioè della bassa modenese. E’ possibile ricordare una buona colazione, un lauto pranzo o una bella serata con amici osservando questi piccoli oggetti che ci mostrano le pubblicità di locali che oggi sono chiusi o si sono trasferiti in altro luogo anche se nella stessa città. Un plauso al grafico che ha saputo imprimere sulla carta della bustina un ricordo che ci rimarrà per sempre e un particolare ringraziamento al collezionista Gino Guerzoni per aver inserito nella mia collezione la bustina più bella e rara in assoluto.
Claudio Sgarbanti