Ubaldo Chiarotti – Quarentul e al “mal dla preda” – Con traduzione in italiano
Quarentul, al paes andu as fava al cà a “ temp pers” con tantisimi cà tiradi su dal milenovsentassenta al milenovsentutenta; cioè al ventennio dal mal dla preda ch’iva ciapaa un po’ tutt i quarantules.
In cal periodo lè ch’ho scritt dal 1960 al 1980, al bar a Quarentul l’ira dimondi facil sentar un dascors acsé:
“Ciao cum a staat, l’è du ann che ta n’at fa vedar al bar, an du set astaa?”;
“ Mo gninta a s’ira ché datoran, ho fat do cà a temp pers…..”;
“Do cà?”
“Si la mia e quela d’un me amig, lù al m’à iutaa a far la mia e mè a g’ò iutaa a far la sua, sempar a temp pers, a la matina prest sol ca s’ag tacas a vedar, prima d’andar a lavurar, a la sira quend a gnivan a cà da lavurar, fin c’as g’avdiva, al sabat, a la dmenga e tuti al festi posibili, col cald, col fred, sota a l’acqua e dal volti enca sota a la nev par finir ad quaciar!
Spess sensa batumera, sensa montacarag e minga sempar la cariola, ma sol con la badila i secc e la sirela con la sòga”.
“Mo alora enca tè at se armas ciapaa dal mal dla preda…..”
Quarentul l’è un paes che t’apsiv inviarat a far la cà enca s’at s’ir in buleta….. ma cum as fava? Semplicisim, la gent l’as dava szerla, propia cum as fava in campagna, sensa pagar ninsun, ma semplicement imprestandas al temp; cioè par capiras i prim a faras la cà i’enan staa i mistar murador ad la Cooperativa Murador ad la Mirandla, che apena i g’à avuu i sold, i s’è cumpraa al lot ad tera urbanisada dal comun, ma i’enan armas subit in buleta sparada, alora i’anan fatt na bela pinsada, i s’è mis d’acord con i’amig dal bar, adgend: “ se am gni a iutar a far la me cà a temp pers, al sabat e la Dmenga, mè dopa a vegn a far la vostra, sempar a temp pers….., acsè as dem szerla, cum a fava i nostar vecc al temp dal medar…..!” Sempar par iutaras e risparmiar, apsiva enca sucedar che do famii, dimondi amighi tra ad lor, is mitiva dacord ad far do cà cumpagni, par pagar al geometra na volta sola…. .
Enca la me famiia, i me nuon e i me sio, as sem fat la cá a temp pers e av pos dir ac l’è propia guadagnada…!
Che pcaa che in ch’ian là tra assenta e utenta, i pret in fusan minga dispost a capir che quei ca lavurava enca a la Dmenga par far la cà par la so famiia in n’iran minga peccatori, ma l’ira tuta brava gent ca meritava tutt l’aiut posibil, che al psiva enca esar na mèsa in mes a la strada an du a gh’ira i canter avert, insima a n’altar fatt con du ason da murador pugiaa insima a du pilot ad predi, a scumett mè che i sarev gnuu tutt luntèra a scultar na mesa e ciapar na benedision, a ga scumett ca sarev gnuu enca bona part ad quei dal quartier Cambogia ad front al Baracon, enca se i’eran quasi tutt comunista.
Enca la cà dal popul ad Quarentul l’ira stada fata ad volontariat e a temp pers, ma soquent an fa la federasion ad Modna, dopa che ag l’ivan data in gestion, con l’aiut d’un qualc dirigent mirandules, l’as l’á vinduda sensa dir né asan e né porc a ninsun e la s’à miss a l’acqua….!
Do paroli sul teremot: donchina se in dal gett ad la fundasion a g’avliva al ciment al 2 par sent, chè ag mitivan al 3, se al fer al duviva esar dal dodas, nuentar a g’al mitivan dal quatordas; “as sa mai, l’è mei star da la banda dal furminton…..”, e acsè em fatt dal cà talment robusti che gnenca al teremot col so squasadi, al gl’à cavada a farag di dann!
PS.
Via Manicardi via Raimondi via Benatti, ciamadi scherzand quarter Cambogia, par la decisa volontà di tent sitadèn ad sinistra ad faras la cá a cost d’ogni sacrifisi pusibil, ma enca al limit ad l’impusibil, un po’ cum a fava i Khmer Ross cambogen a resistar contra a l’esercit americhen, ma tutt quest al sucidiva praticamente enca in chiatar quarter in costrusion a “temp pers”, grasie a l’epidemia dal “mal dla preda” ch’iva cuntagiaa un po’ tutt i quarantules.
Cusa possia dir ancora dal me paes? A pos sol dir che l’é un paes ad brava gent che an g’á mai avuu paura ad “faras sú al manghi” par lavurar fort, e mai paura ad vedar a cular al sug ad gomat.
Quarentul 05/07/2022
Ubaldo Chiarotti – Serse
TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA
Quarantoli il paese dove si costruivano le case a tempo perso con tantissime case tirate su dal 1960 al 1980 cioè il ventennio del “male della pietra” che aveva contagiato un po tutti i quarantolesi.
In quel periodo di cui ho scritto, dal 1960 al 1980 al bar a quarantoli era molto facile sentire un discorso come questo:
“Ciao come stai, sono due anni che non ti fai vedere al bar dove sei stato?”
“ Mo niente ero qua nelle vicinanze ho fatto due case a tempo perso.”
“ Due case?”
“Sì la mia è quella di un mio amico, lui mi ha aiutato a costruire la mia e io ho aiutato lui a costruire la sua, sempre a tempo perso, alla mattina presto appena che si cominciava a vedere la luce, prima di andare a lavorare, alla sera quando tornavamo a casa da lavorare, finché c’era un po di luce; al sabato alla domenica e tutte le feste possibili, col caldo col freddo sotto l’acqua e delle volte anche sotto la neve per finire il tetto! Tutto questo spesso senza betoniera senza montacarichi e a volte anche senza la carriola, ma soltanto con i badili i secchi e la carrucola con la fune”.
“Ma allora anche tu sei rimasto preso dal male della pietra!”.
Quarantoli e’ un paese dove potevi avviarti a costruire la casa anche se eri praticamente in bolletta cioè al verde, ma come si faceva? Semplicissimo, la gente si dava zerla cioè proprio come si faceva in campagna senza pagare nessuno, ma semplicemente prestandosi il tempo; cioè per capirsi i primi a costruirsi la casa sono stati i capomastri della cooperativa muratori della Mirandola, che appena hanno avuto due soldi da parte si sono comprati il lotto di terra urbanizzata dal comune ma sono rimasti subito in bolletta sparata, allora hanno fatto una bella pensata, si sono messi d’accordo con gli amici del bar dicendo: “se mi venite ad aiutare a costruire la mia casa a tempo perso e al sabato e la domenica io dopo vengo a costruire la vostra sempre a tempo perso, così ci diamo zerla come facevano i nostri vecchi al tempo della mietitura del grano! Sempre per aiutarsi e risparmiare, poteva anche accadere che due famiglie molto amiche tra loro si mettessero d’accordo di fare due case uguali, per pagare il geometra una sola volta.
Anche la mia famiglia, i miei nonni e i miei zii ci siamo costruiti la casa a tempo perso e posso garantirvi che costruita in questo modo è proprio guadagnata!
Che peccato che in quegli anni lá tra il sessanta e l’ottanta, i preti non fossero tanto disposti a capire che coloro i quali lavoravano anche alla Domenica, per fare la casa per la loro famiglia, non erano peccatori ma era tutta brava gente che meritava tutto l’aiuto possibile, che poteva anche essere una messa in mezzo alla strada dove c’erano i cantieri aperti, sopra ad un altare di fortuna, costruito con due assi da muratore appoggiate su due pile di pietra, io scommetto che tutti sarebbero venuti volentieri ad ascoltare una messa e prendere una benedizione, scommetto anche che sarebbero venuti in buona parte tutti quelli del quartiere Cambogia di fronte al Baraccone, anche se erano quasi tutti di sinistra.
Anche la casa del popolo di Quarantoli era stata costruita grazie al volontariato a “ tempo perso”, ma alcuni anni fa la Federazione di Modena, dopo che gliel’avevamo data in gestione, con l’aiuto di qualche dirigente mirandolese, ce l’ha venduta senza avvisare nessuno degli iscritti alla sezione e tantomeno il segretario e alla fine ci hanno messo all’acqua.
Due parole sul terremoto: dunque se nella Fondazione serviva il cemento al 2% qui a Quarantoli mettevamo il 3%, se il ferro del calcestruzzo, doveva essere del 12, noi lo mettevamo del 14; non si sa mai, meglio stare dalla parte del sicuro, e così abbiamo costruito delle case talmente robuste che neanche il terremoto Con le sue scosse devastanti é riuscito a fare dei danni!
PS:
Via Manicardi via Raimondi via Benatti, denominate scherzosamente quartiere Cambogia, per la decisa volontà dei tanti cittadini di sinistra, di costruirsi la casa, a costo di ogni sacrificio, possibile e a volte anche al limite del possibile, un po’ come facevano i Khmer Rossi cambogiani a resistere contro l’esercito americano, ma tutto questo accadeva praticamente anche negli altri nuovi quartieri in costruzione a “tempo perso”, grazie all’epidemia del “male della pietra” che aveva contagiato un po’ tutti i quarantolesi.
Cosa posso dire ancora del mio paese? Posso solo dire che è un paese di brava gente che non ha mai avuto paura di “farsi su le maniche” per lavorare forte e mai ha avuto paura di vedere colare il sudore dovuto alla fatica; cioè il cosiddetto sugo di gomito.
Quarantoli 05/07/2022
Ubaldo Chiarotti – Serse