Ubaldo Chiarotti – Il rapporto di Modena con la Bassa nei secoli
Piccole e pungenti considerazioni passato-presente nel rapporto ultramillenario tra Modena e il nostro territorio della Bassa
C’è tanta differenza……?
Tra quel vescovo di Modena che nel giugno del 904, a Pavia, per intercessione del vescovo di Reggio, riusci’ ad ottenere da Re Berengario, le pescherie della Corte di Quarantoli, fonte importantissima di approvvigionamento di quel pesce che nel Medioevo doveva essere presente sulle tavole per almeno un terzo dell’anno e……. questa Modena che ci ha rubato il Mercato bestiame, riferimento tra i più importanti d’Europa per la determinazione del prezzo delle carni?
Tra l’antica Modena che devastava il Castello della Motta di Cividale per arginare la Potente Consorteria dei Figli di Manfredo della corte di Quarantoli e questa che ……… ci ha portato via i 15 miliardi di lire nel 1989, già stanziati dall’ANAS per la Tangenziale di Mirandola, per spenderli in tangenziale a …. Modena?
Tra chi sin dal Medioevo ambiva talmente a conquistare questo territorio ricco di bestiame, cereali, messi di ogni genere, pescherie, al punto da costringere i Figli Di Manfredo a costruire un avamposto a sud della Corte di Quarantola, contro i modenesi (noi eravamo reggiani), chiamato Mirando…là … e questi che hanno saputo chiamare Zampone di Modena, quello che invece era stato realizzato per la prima volta dai macellai mirandolesi, per resistere all’assedio di Papa Giulio 2° nel 1511?
Tra i modenesi che nel XII° sec. alzarono muri e barriere di ogni tipo contro quei Pico nominati Podestà della loro città…. e questi modenesi che da settant’anni pretendono solo rappresentanti parlamentari che rappresentano esclusivamente i cittadini del cerchio d’oro, in un raggio di 15-20 km dal centro città?
Tra quel Duca che l’11 giugno 1714, dopo lo scoppio del torrione simbolo del potere dei Pico in cui era stato spostato l’archivio della Signoria, per ben due anni non si preoccupò di far riparare gli ingenti danni alla città lasciando esposti alle intemperie anche tanti importanti documenti per cui le cronache raccontano che i pescivendoli poterono incartare le sarde anche coi manoscritti della Fenice …..….. e questa Provincia che dopo averci privato della Pretura ora ci priva anche del Giudice di Pace?
Tra il Ducato di Modena che sistematicamente scioglieva gli ordini religiosi che si occupavano di curare le anime ma anche i loro corpi malati a Mirandola, mettendone in vendita le chiese per rimpolpare le sue finanze…. e questa Provincia che ci ha chiuso tre ospedali su quattro e ci riduce il S.Maria Bianca a poliambulatorio? –Da ricordare che il nostro ospedale è sempre stato, nei secoli scorsi, l’ospedale di riferimento interregionale per la Bassa Modenese, Bassa Mantovana, Bassa Ferrarese, Bassa Rodigina, come del resto Mirandola continua ad essere tale riferimento per tutti gli altri settori; commercio, lavoro e scuola!
Tra il duca di Modena, che dopo aver sciolto gli ordini religiosi, ne incamerava i beni, frutto di lasciti di cittadini mirandolesi e questa provincia….. che sa solamente incassare i proventi del 2,4% del PIL nazionale, prodotto dal nostro territorio, senza nulla renderci in termini di servizi ed infrastrutture……?
Tra chi dal 1711 in poi, ha sempre parlato sprezzantemente di noi dicendo: “mo sa volni i raneer….?” … e questa provincia che ci ha privato dell’Autostrada A22 deviandola dal percorso originale passante per Mirandola, che prevedeva lo sbocco a Modena Sud e dopo 60 anni, non si è ancora degnata di collegarci ad essa con la Cispadana?
Tra quel Duca di Modena che, senza la ricchezza alimentare e non solo, prodotta dal Ducato della Mirandola, non avrebbe avuto di che sfamare i suoi cittadini (Young-1784)…… e questa provincia che incassa i proventi del 2,4% del PIL nazionale prodotto dal Nostro Distretto Biomedicale senza renderci in proporzione ciò che ci è dovuto in Viabilità e SANITA’?
Tra gli Estensi che dopo la caduta dei Pico si calarono come avvoltoi sul castello di Mirandola per depredarlo di tutto ciò che si poteva…. e questi amministratori provinciali e regionali che insieme ai carpigiani vorrebbero vendere AIMAG ,la gallina dalle uova d’oro creata dai mirandolesi, ad Hera per intascarne lauti proventi?
Tra il Duca di Modena che nonostante la contrarietà della nobiltà mirandolese, pronta ad autotassarsi per pagare il riscatto all’Imperatore che aveva accusato di fellonia il nostro Duchino, riuscì a convincere l’Imperatore stesso a mettere all’asta il Ducato della Mirandola e della Corte di S. Martino Spino e alla fine li inglobò nel Ducato modenese…..… e questa provincia che ha deciso di disfarsi della ferrovia…… ma si badi bene solo quella che portava a Mirandola, non quelle linee che dalla stazione piccola andavano verso Sassuolo, Carpi e da lì sino a Mantova, quelle sono tuttora attive.
Tra quel Duca che percorreva i tornanti del Canaletto in carrozza, proprio sulla sponda del Canaletto allora esistente e…. questa Provincia che in 70 anni non si è MAI preoccupata della SS12, tanto da conservarci i “tornanti in pianura”, mentre ha saputo costruire le autostrade o superstrade che dir si voglia solo in direzione di Sassuolo e della montagna?
Tra la Modena che affondava i 12 mulini natanti di Concordia per privare del reddito fiscale della tassa sul macinato la nostra città, obbligando i cittadini dell’ex Ducato della Mirandola a portare il grano da macinare sino a S. Prospero e questa provincia….. che aveva già deciso di creare il Tecnopolo Biomedicale a…… Spilamberto?
Tra chi smembrava il Ducato Mirandolese in tre parti, Tacoli – S. Possidonio, Menafoglio – San Martino Spino e Paolucci – Roncole e… chi da 74 anni gioca sulla divisione tra i comuni dell’Area Nord ora UCMAN, per fare i propri comodi in materia di viabilità e sanità in provincia, investendo solamente nel triangolo d’oro, Sassuolo- Modena-Carpi?
Tra quello studioso modenese, Tiraboschi che verso il 1780 definiva Mirandola paese barbaro, dopo che il Duca di Modena aveva distrutto e spogliato gli archivi storici e culturali di Mirandola, e questi modenesi……, che organizzano il festival della filosofia solamente assieme ai carpigiani e sassolesi, fingendo di non sapere dove è nato il padre della Filosofia Umanistica, Giovanni Pico?
Tra quel Duca che anziché cercare di riparare i danni al castello e alla fortezza, causati dallo scoppio del torrione, si limitava a far demolire gli stabili pericolanti e…….. questi modenesi che assieme ai carpigiani alla fine degli anni novanta hanno preteso e ottenuto dalla regione che non venisse erogato al nostro comune un finanziamento di 1.350.000.000 di lire per il restauro del Castello Pico, ricalcolando i parametri di assegnazione, che alla fine ci ha riservato solamente 350.000.000 di lire e il miliardo invece se lo sono spartiti tra loro?
Considerazioni finali: se esiste il detto che il lupo perde il pelo ma non il vizio, in questo contesto possiamo tranquillamente dire che è vero che a Modena non c’è più il Duca dal 1860, ma è anche vero che le mire dei modenesi su questo territorio, non sono molto cambiate.
Quali benefici hanno tratto i nostri territori con l’annessione al Ducato Estense; quali benefici dopo l’avvento delle Provincie? Quali benefici dalla nascita della Repubblica?
Fino a quando governava il Duca di Modena, divenuto padrone del nostro Ducato, indebitandosi fino al collo per il riscatto, pure con carte false, si potevano anche capire gli atteggiamenti dei modenesi verso Mirandola che cercavano di recuperare il più presto possibile le somme pagate all’imperatore austriaco; questo atteggiamento diviene meno accettabile dalla nascita del Regno d’Italia, ma dalla nascita della Repubblica in poi sono proprio intollerabili, questi amministratori provinciali, che ci hanno governato con libere elezion, alla fine hanno continuato a trattare noi della Bassa come cittadini di serie B.
In fondo, data la sua distanza da Modena, data la vastità del suo territorio, a differenza di Carpi e Sassuolo, troppo vicine al capoluogo di provincia, Mirandola potrebbe anche aspirare a diventare autonoma, come sono state create nuove provincie un po in tutta Italia e prendersi la rivincita su quel 1711 funesto.
Quarantoli 04/03/19
Ubaldo Chiarotti
Fonti:
Diplomi di Berengario
Memorie Storiche della città e dell’antico Ducato della Mirandola
Cronaca della Mirandola dei Figli di Manfredo e Della Corte di Quarantola, di Ingrano Bratti e Battista Papazzoni
Quarantoli e la sua Pieve nel Medioevo – GSBM
Mirandola nel Duecento – Dai Figli di Manfredo ai Pico di Bruno Andreolli e Mauro Calzolari
Mirandola il Regno dei Pico di Fabrizio Ferri
La Corte Principesca dei Pico nel Cinquecento e nel Seicento di Umberto Casari
Mirandola nel Settecento di Umberto Casari
Quaderni del GSBM