La parola ai candidati mirandolesi – Giorgio Siena
7 ANNI FA LA PROVA PIU’ DURA.
La risposta all’emergenza dei Sindaci, degli Assessori, dei Consiglieri Comunali, dei corpi preposti e dei dipendenti pubblici fu straordinaria per efficacia ed impegno. Fu una azione fatta di concretezza, non priva di immaginazione, di pensiero e di lungimiranza.
Mirandola e l’Area Nord si è misurata con le difficoltà delle famiglie, le sofferenze di ogni giorno, la ri-costruzione di un senso superiore di comunità basato sulla solidarietà e sul rispetto delle regole. Regole condivise e comuni, regole di cittadinanza che sono state il cemento per una comunità spaventata, ferita e mutilata, che è tornata a credere in sé e nel suo futuro.
Dopo il sisma del 20 e 29 maggio 2012, che ha distrutto e reso inagibili le scuole, le case e le fabbriche, quasi tutto di questo si è ricostruito sulla base di una priorità, per rinascere qui dove siamo nati e siamo cresciuti.
Lo abbiamo fatto continuando a credere in un futuro migliore, lasciandoci alle spalle il terremoto, ma anche la crisi. Abbiamo difeso il diritto dei giovani di sognare, di restare con noi o di scegliere liberamente di andare altrove, ma senza fuggire per vuoto di prospettiva.
Il terremoto è stata una parentesi, un moto della terra che abbiamo compreso; ma dobbiamo comprendere, ancor di più, che la natura ha le sue leggi. E sono leggi dure la cui replica può uccidere e distruggere, colpire al cuore l’economia e il vivere quotidiano. Sono leggi che sopravanzano le logiche del profitto, dell’intraprendenza individuale senza regole, delle buone ragioni, quanto delle pretese, della burocrazia.
E’ stata e sarà questa la forza di una popolazione consapevole che la risposta è una sola: l’intelligenza del sapere e del fare, la fantasia e la creatività, l’investimento in cultura e in coesione sociale.
Per fare questo dobbiamo rispettare la verità dei fatti e dei numeri, dare valore al merito e sostanza all’uguaglianza anche contro pigrizie mentali e ideologie di chiusura.
E oggi, nella imminenza del Promemoria festival, giova ricordare che in un clima ostico gli uomini hanno costruito, in passato, storie di piccole corti e di città-stato che hanno anticipato nel loro governo la nascita del Paese, nei pregi e nei difetti.
Oggi ci sovviene il nome di Giovanni Pico non per un vezzo intellettuale ma per la forza di un nostro valore. Ripartire sempre dall’Umanesimo, dalla libertà dell’uomo e dalla sua responsabilità, dalla concordia delle scienze e dei saperi in una sola filosofia universale dell’armonia e della libertà.
E’ giusto pensare che sia questo influsso che, ancora adesso, fa convivere agricoltura, industria e terziario; che fa dialogare, in questo ombelico di pianura, capitale e lavoro e che fa sentire noi parte di quella civiltà superiore che è l’Europa.
Noi siamo qui e difendiamo chi crede in questo e ciò che abbiamo fatto, ciò che rappresentiamo.
Giorgio Siena +Mirandola