Fonderia Ghisa – La nuova direzione – Capitolo quarto
La nuova direzione
Con Concari, tecnico di grande esperienza, e con il concorso di un gruppo di operai specializzati proveniente da Modena, vengono introdotti accorgimenti, modifiche, innovazioni, che nel giro di pochi mesi cambieranno completamente il modo di lavorare interno alla fabbrica, e si aumenterà decisamente in alcuni anni il livello di produttività passando da 2.700 kg./ora del 1947 a 5.000 kg./ora del 1953.
Tra il 1947 e il 1953 vengono quadruplicate le maestranze: da 50 dipendenti si passa a 200, portando la produzione giornaliera da 9,8 a 80 quintali di colato netto.
Se tuttavia va dato atto alla direzione tecnica dell’Azienda di essere stata capace di organizzarla in termini industriali occorre dire che il merito principale della espansione, oltre che per l’impegno e il lavoro prodotto dagli operai della Fond-Ghisa, spetta al vecchio Focherini che confidò e credette nel futuro degli elettrodomestici e ripose in questi tutte le sue speranze.
L’introduzione della bombola a gas nelle case, che veniva a sostituire la vecchia energia del carbone e della legna, rappresentò una vera e propria rivoluzione per i tradizionali metodi e sistemi sia di riscaldamento che per cucinare.
La volontà dell’intero paese di recuperare parte del tempo perduto durante il fascismo, le ricerche fruttuose di sorgenti gassose promosse in Italia dall’ENI di E. Mattei, il confronto con altre nazioni più progredite tecnologicamente, quali gli U.S.A. e l’Inghilterra, accelerarono i tempi per una ripresa industriale senza riscontri nella storia del paese, che avrebbe in pochi anni trasformato anche le tradizionali consuetudini sociali. Il merito della metallurgica Focherini è stato quello di intuire che una fabbrica che costruiva grandi pezzi di piccola serie con sistemi di lavoro necessariamente manuali non poteva sperare in grosse possibilità di sviluppo e che anzi se non avesse trovato una produzione di grande serie, ben difficilmente sarebbe riuscita a superare la fase di un lavoro prettamente artigianale verso una produzione a livello industriale.
Il credere nel fornello a gas, primo degli elettrodomestici introdotti nelle nostre case, ha consentito alla fonderia di Mirandola di vincere la propria scommessa posta dal mercato.
La produzione delle griglie di sostegno dei bruciatori, e delle piastre di distribuzione del fuoco per i fornelli a gas, nei primi tempi creò non poche difficoltà alla produzione.
Le stesse fonderie che erano in competizione con la Focherini e che avevano tentato anche di produrle, poi vi rinunciarono, in parte perchè forse non credevano allo sviluppo nel settore, in parte perchè la produzione all’inizio determinava parecchi scarti.
È con questi presupposti che si potrà pensare ad un potenziamento della fabbrica e al suo trasferimento nella nuova sede di Via Curiel, cosa che verrà realizzata tra il 1954-1956.
Intanto la nuova direzione tecnica nel 1950 aveva immesso nel ciclo produttivo le prime formatrici meccaniche che rivoluzioneranno il criterio di formatura a mano esistente.
Tratto da: Il lavoro e la memoria – Fonderia Ghisa Mirandola 1935 – 1982
A cura di Vittorio Erlindo
L’immagine è tratta dal libro ” Amarcord Mirandola” di Quirino Mantovani