Antichi palazzi – Villa Delfini – Cavezzo – Disvetro

Antichi palazzi – Villa Delfini – Cavezzo – Disvetro

2 Luglio 2020 0

Legata alla memoria del celebre scrittore Antonio Delfini (Modena 1907-1963) la villa, oggi immersa nel verde, fu costruita (secon­do un documento ritrovato da Iris Bergami­ni nell’archivio familiare ora a Firenze) nel 1777.

Collocata ai limiti di una vasta azienda agricola, la prima residenza padronale venne arricchita da altri fabbricati racchiusi in un impianto ad U. Si vedano le scuderie e le abi­tazioni del personale di servizio, fabbriche tutte porticate e chiaramente ottocentesche. La villa è caratterizzata dalla larga loggia passante decorata da otto tempere di gusto rovinistico. Al centro, la scala si collega alla loggia del piano superiore posta in modo trasversale rispetto al salone sottostante.

Villa Delfini - La loggia d'ingresso decorata con otto tempere
Villa Delfini – La loggia d’ingresso decorata con otto tempere

La famiglia Delfini, una delle principali del luogo, finanziò nel 1860 la ricostruzione del­l’oratorio della Gaviola eretto da Giacomo Gavioli (da ciò il nome) nel 1692. Per la sua stretta prossimità alla villa, esso venne ben presto utilizzato dai Delfini come cappella sottoposta al loro patronato, al quale poi ri­nunciarono per donarla alla parrocchia di Di­svetro. I possedimenti dei Delfini si estende­vano intorno alla villa di Disvetro e alla vici­na Cavezzo. Nel progressivo dissolversi del consistente patrimonio, la villa — oggi re­staurata ma svuotata degli originali arredi settecenteschi e privata della biblioteca non­ché dell’interessante altare incassato e con sportelli — fu per Antonio Delfini un insosti­tuibile riferimento esistenziale e letterario come si legge dai suoi Diari 1927-1961 (Tori­no, 1982, p. 252): «… trovare un tesoro – una quarantina di milioni!; ingrandire cosi di mille ettari le trecento biolche di Cavezzo, circondarle di un muro (…), andarmene in car­rozza con un tiro a quattro da Disvetro a Mo­dena sulla via del canaletto…». La villa e la località rimandano anche al protagonista de «Il ricordo della Basca», Giacomo Disvetri.

Giovanni Benatti

Tratta da: Architetture a Mirandola e nella Bassa Modenese

A cura della Cassa di Risparmio di Mirandola

Anno: 1989

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