Chicche dall'Indicatore Mirandolese -1877-1908- Cenno Statistico-Storico sulla Mirandola
Periodico mensuale di memorie patrie (1877-1908)
Dalla biblioteca di Alberto Toscani
A cura di Maurizio Bonzagni e Fabrizio Artioli
Anno I – Agosto 1877
CENNO STATISTICO – STORICO
sulla Mirandola
Gio Francesco II Pico nel 1524 dipingendo ad un suo figlio una vaga isoletta da lui inalzata a ponente dell’avito castello non poteva meglio descrivere coi seguenti versi la postura della Mirandola:
Haec inter Mulinae manet et confìnia Mantus
Et frugum dives, ditior el pecoris.
Moenibus et lymphis cineta est, mox aggere cineta est
Multiplici atque arce nobilis egregia.
Essa giace dunque fra Mantova e Modena; quasi nel mezzo del vasto triangolo chiuso dal Po, dal Panaro e dalla Secchia. Ha una superficie di Ettari 13,99. entro un perimetro di ch. 3,149. quasi un quarto occupata da orti e da prati; il restante da case e dalle strade. Conta una popolazione di presso 3064 abitanti. Fa parie della provincia di Modena, è sede di Sottoprefettura e capoluogo di Mandamento e di Comune. Questo ha una estensione di Ettare 13368, ed è composto di nove parrocchie con una popolazione di 13401 anime comprese quelle della città.
Confina all’est coi Comuni di Medolla, S. Felice, Finale e Bondeno; all’ovest con quelli di S. Possidonio, Concordia e Quistello, al sud coi Comuni di Medolla, Cavezzo e S. Felice, al nord con quelli di Quistello, Poggio-Rusco e Sermide. Ottime strade la mettono in comunicazione con ogni villaggio, coi capi luoghi dei limitrofi Comuni, e con Mantova e Ferrara; con Guastalla da cui dista ch. 51, con Carpi da cui è lontana ch. 21,97 e con Modena. E’ distante da quella città ch. 31.38 ed in ogni mattina un omnibus trasporta i viaggiatori dall‘uno all’altro luogo. Dista pure dulla stazione Rolo-Novi circa ch. 22. E’ sentita la necessità d’una ferrovia; ma tutti i progetti perciò fatti hanno sin ad ora abortito. Facilmente avrebbe potuto ottenersi nel 1860. Le acque del Mirandolese si radunano nel canale di Quarantola che scende nel Ferrarese e sbocca in Burana.
Fertile è il territorio, per due quinti vallivo, massime in frumento, granturco, fave e fieno, ed ha pascoli eccellenti. Ottime sono le uve nere chiamate d’oro dal picciuòlo rosso, e con esse si fanno vini pasteggiabili di poco colore ma di buon sale e di durata. Assai saporite sono le pesche di questo suolo, e sono inmolto pregio i pomi detti campanini, dei nell’autunno si fanno larghe provviste e si trasportano a Venezia e ad altre città.
Unica industria, specie della campagna, è la filatura delle canape e la confezione delle tele, delle quali, taluna volta, si hanno bellissimi mercati.
Tre sono le Fiere annuali. La prima ha luogo nella IIIa domenica di luglio e dura tre giorni. Fu istituita nel 1804, ed anticamente solea tenersi per s. Giorgio (23 aprile), e per le Pentecoste. La seconda, della quale si ha memoria fin dal secolo XVII, ha luogo nel 29 settembre, e ne dura otto. La terza, qui trasportata da Bruino nel 1859, si tiene nel 18 ottobre giorno di s. Luca. A queste fiere concorre gran numero di forestieri, e si conchiudono moltissime contrattazioni, specie di bestiame bovino.
I mercati hanno luogo nei giorni di martedì e sabbato d’ ogni settimana. La più antica menzione del primo risale al 1407, e nel 1784 fu destinato per il mercato settimanale dei bestiami allora introdotto. Ora però si conducono solamente nel sabbato, e questo mercato, che si tenea già fino dal 1599. è spesso simile ad una fiera.