16 Novembre – Proiezione del film “La scelta”

16 Novembre – Proiezione del film “La scelta”

15 Novembre 2018 0

Dal teatro al cinema: all’Auditorium Rita Levi Montalcini di Mirandola il film “La scelta” di Michele Placido tratto da una novella di Pirandello

Domani venerdì 16 novembre alle ore 21.00 a ingresso gratuito la pellicola girata dall’attore e regista nel 2015, interpreti Ambra Angiolini e Raoul Bova. Prima della proiezione, c’è ‘Apericinema!’

Dal teatro al cinema: Placido incontra di nuovo Pirandello. Dopo il grande successo di Sei personaggi in cerca d’autore di Luigi Pirandello portato in scena da Michele Placido lo scorso 6 novembre all’Auditorium Rita Levi Montalcini di Mirandola nell’ambito della Stagione teatrale 2018/2019 curata da ATER – Associazione Teatrale Emilia Romagna, domani venerdì 16 novembre alle ore 21.00 sarà proiettato a ingresso gratuito sempre all’Auditorium il film “La scelta” diretto da Michele Placido nel 2015 tratto dalla novella – e dalla successiva piéce teatrale omonima – di Luigi Pirandello ‘L’innesto’ scritta nel 1919. Interpreti principali Ambra Angiolini e Raoul Bova, con Michele Placido, Valeria Solarino, Manrico Gammarota. Prima della proiezione, dalle ore 19.30 nel foyer dell’Auditorium, c’è ‘Apericinema!’, ovvero aperitivo con il Caffè del Teatro al costo di 10 euro (consigliata la prenotazione allo 053522455).

Una coppia che si ama e cerca da anni di mettere al mondo un figlio vede distrutta la propria intesa in seguito a un trauma: la donna subisce uno stupro e, qualche tempo dopo, scopre di essere incinta. È inevitabile entrare nel dettaglio degli eventi che accadono nella parte iniziale del film per approfondire i temi che verranno poi trattati, poiché il discorso da fare sull’undicesima regia di Michele Placido è complesso.  Per molti versi “La scelta” è un film antistorico: basato sul testo teatrale ‘L’innesto’, che Luigi Pirandello propose al pubblico nel 1919, il film parla di maternità e di paternità in termini più comprensibili all’inizio del secolo scorso che nella contemporaneità. Poiché il dilemma centrale della storia è la capacità (o meno) dell’uomo di accettare un figlio che potrebbe non essere suo, entrano in gioco dinamiche che hanno a che fare con un senso primordiale dell’appartenenza biologica di un neonato al padre – giacché la madre è sempre certa, e di solito priva di dubbi sul suo ruolo – che sembrano appartenere ad un passato remoto.  Se da un lato Placido è coraggioso e provocatorio nel suggerire che queste dinamiche ataviche non sono poi molto cambiate dal 1919 (per non dire dalla notte dei tempi), dall’altro quasi nulla nella sceneggiatura (co-firmata dal regista insieme a Giulia Calenda) va ad aggiornare le tematiche alle sensibilità dei tempi che, anche quando ammantate di ipocrisia di facciata, impongono un trattamento nuovo, meno granitico e meno improntato a considerazioni pratiche che nel ‘900 erano fondamentali per la stabilità sociale, come la protezione dell’asse ereditario o l’accettazione sociale dello stupro.

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